
Il Consiglio della Difesa e la Sicurezza Nazionale dell’Ucraina hanno sospeso nella notte tra sabato 19 e domenica 20 marzo undici partiti politici ucraini, accusati di attività “filo-russe”. Lo ha comunicato il presidente della Repubblica Ucraina Volodymyr Zelensky in un messaggio video alla popolazione. I partiti colpiti sono: Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, Il partito di Shariy, Nashi, Blocco di Opposizione, Left Opposition, Union of Left Forces, Derzhava, Partito Socialista Progressista d’Ucraina, Partito Socialista d’Ucraina, Partito Socialista d’Ucraina, Volodymyr Saldo Bloc.
Secondo il presidente Zelensky «le attività di questi partiti, che mirano alla collusione e alla divisione, non saranno permesse e riceveranno una dura risposta. Vista la guerra scatenata dalla Federazione Russa e i suoi collegamenti con le strutture politiche – prosegue il presidente ucraino – le attività di questi movimenti saranno sospese finché vige la legge marziale».
I partiti più rilevanti tra gli undici sospesi dal governo sono Piattaforma di Opposizione, attualmente il maggior partito di opposizione del Parlamento ucraino (la Verchovna Rada) con 44 seggi, guidato dall’oligarca Viktor Medvedchuk; Blocco di Opposizione, il cui leader principale sarebbe Yevhen Murayev e il Partito di Shariy, fondato nel 2019 dal blogger Anatoly Shariy, pur non avendo ottenuto alcun seggio in Parlamento a causa dello sbarramento, avevano ottenuto rispettivamente il 3 e il 2 percento dei voti alle elezioni politiche del 2019. Sebbene Medvedchuk vanti realmente legami con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, gli altri due partiti vengono considerati filorussi per le loro critiche sia ad Euromaidan che alla Guerra in Donbass.
In particolare Murayev, ex membro del Partito delle Regioni, è un sostenitore della decentralizzazione dello Stato ucraino e un avversore della decomunistizzazione del paese, ritenendo rivelante l’apporto storico dell’eredità sovietica. Inoltre ha sostenuto che la Guerra in Donbass debba essere considerata una guerra civile dove entrambe le fazioni ricevono aiuti da governi stranieri, ovvero Stati Uniti da un lato e Russia dall’altro. Su simili posizioni è anche il blogger Anatoly Shariy, che per le sue idee ha ricevuto diverse minacce di morte in patria, chiedendo asilo politico all’Unione Europea.
La censura della libertà d’opinione avvenuta con il provvedimento del governo ucraino non può essere considerata una notizia positiva per delle auspicabili trattative di pace fra Kiev e Mosca. Ancora una volta a Kiev trionfano le istanze delle frange nazionaliste ed estremiste del paese.