Volodymyr Zelensky

La scorsa settimana, l’Ucraina ha celebrato il primo anniversario della presidenza di Volodymyr Zelensky il quale, prima di venire eletto con ben il 73% dei voti, era un popolare comico televisivo. È possibile che l’entourage di Zelensky si sia ispirato al Movimento Cinquestelle e a Beppe Grillo in Italia. I cittadini ucraini sono stanchi dei politici professionisti, e questo è diventato chiaro un anno fa, quando la popolarità dell’allora presidente Petro Poroshenko era a livelli molto bassi.

Poroshenko, che era stato eletto nel maggio 2014 in seguito il colpo di stato in Ucraina di Euromaidan, aveva promesso di porre fine alle ostilità nel Donbass. Donetsk e Lugansk, che allora erano ancora regioni dell’Ucraina orientale (si sono poi proclamate Repubbliche indipendenti) e la cui popolazione è per la maggior parte russa, hanno rifiutato di riconoscere il colpo di stato filoamericano nel Paese e il rovesciamento del legittimo presidente Viktor Yanukovich. Poco dopo, il 16 marzo 2014, la Crimea, con un referendum, ha lasciato l’Ucraina e si è ricongiunta con la Russia. Contrariamente alle promesse, Poroshenko ha scatenato un blocco nei confronti di Donetsk e Lugansk e una guerra con l’impiego di carri armati, artiglieria e armi missilistiche.

Al giorno d’oggi, la guerra nel Donbass è il problema principale dell’Ucraina. Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, dal 14 aprile 2014 al 31 marzo 2020, il conflitto ha interessato direttamente circa 41-44 mila persone. Nel corso di questi sei anni di guerra, il numero dei morti è stimato tra i 13 e i 13.2 mila, tra cui circa 4.100 militari ucraini e 5.650 combattenti delle Repubbliche del Donbass. Anche le cifre ufficiali sulle perdite tra militari e civili ucraini sono molto elevate, e alcuni esperti indipendenti ritengono che i dati sulle perdite siano molto sottovalutati.

In seguito alle ostilità in corso, in Ucraina si sono messi in luce i gruppi di estrema destra, i quali dispongono di armi, buona organizzazione e sostegno anche finanziario. Inoltre, l’economia e il sistema finanziario dell’Ucraina stanno attraversando momenti difficili. Dopo il colpo di stato del febbraio 2014, i legami di cooperazione con la Russia, che prima erano importanti, sono stati interrotti, portando a una graduale e conseguente crisi.

Su questa situazione di fondo ha vinto le elezioni il politico non professionista Volodymyr Zelensky. I cittadini ucraini hanno votato per lui per via delle numerose promesse che aveva fatto. Innanzitutto, aveva promesso che avrebbe posto fine alla guerra nel Donbass e che il conflitto sarebbe stato risolto pacificamente. Inoltre, aveva annunciato la lotta alla corruzione nei livelli alti – in contrasto con il presidente Petro Poroshenko e il suo entourage. L’elenco generale delle promesse del candidato Zelensky comprendeva 21 articoli.

Il risultato sensazionale delle elezioni presidenziali è stato poi confermato nelle elezioni politiche (Verchovna Rada, il Consiglio supremo ucraino). Il partito “Servo del Popolo”, fondato dallo stesso Zelensky sulla scia del successo di una serie televisiva omonima (in cui il protagonista, interpretato appunto da Zelensky, è un professore del liceo che vince le elezioni presidenziali), occupa più della metà dei seggi nel Consiglio supremo.

In un anno di presidenza, tuttavia, la guerra nel Donbass non si è conclusa. Inoltre, in questi giorni vi è stato un aggravamento della situazione nel sud-est in conflitto, in quanto il numero dei bombardamenti dei territori delle Repubbliche del Donbass da parte dell’esercito ucraino è aumentato notevolmente. La retorica e gli atti del presidente Zelensky assomigliano sempre più alle parole e agli atti del presidente Poroshenko. La lotta alla corruzione non ha portato ad un successo concreto. Molti sostenitori di Zelensky si sono inoltre lamentati per il fatto che l’attuale presidente, grazie al supporto della fazione di Petro Poroshenko “Solidarietà Europea” ha fatto approvare al parlamento una legge sulla vendita di terreni imposta dal Fondo Monetario Internazionale. Inoltre, alcuni critici di Zelensky lamentano che il presidente non abbia un’effettiva esperienza nell’attività politica e nel governo. Lo stesso varrebbe anche per quasi tutti i membri del suo team, persone che il nuovo presidente ha portato al potere. Secondo alcuni politologi ucraini, l’ex presidente Poroshenko era più professionale.

La qualità di Zelensky in cui i suoi elettori credono ancora è la sua onestà personale. Ma anche questo potrebbe far parte dell’immagine pubblica. La sua campagna elettorale sarebbe infatti stata finanziata dall’oligarca Igor Kolomoisky, forte oppositore di Petro Poroshenko. Inoltre, in questi giorni, è scoppiato uno scandalo, di cui tratteremo in un prossimo articolo, legato all’amministrazione della Casa Bianca, che dimostrerebbe l’ingerenza degli Stati Uniti sull’Ucraina e sul suo nuovo presidente, come avvenuto del resto anche per Poroshenko. Pertanto, le voci sull’indipendenza di Zelensky potrebbero essere esagerate. 

Silvia Vittoria Missotti