Il 28 luglio è l’anniversario del Battesimo della Rus’ (988), lo Stato medievale sul cui territorio sono sorte le attuali Russia, Ucraina e Bielorussia. Il principe Vladimir il Grande di recò in Crimea, a Cherson, nei pressi di Sebastopoli, all’epoca territorio bizantino, dove dichiarò la sua fedeltà al Cristianesimo. Un passaggio molto importante per la civiltà russa, che fino al X secolo si era caratterizzata per la sua indole pagana.
L’anniversario della conversione al cristianesimo della Rus’ è tutt’ora celebrato solennemente in questi Paesi, ma in Ucraina, dopo la vittoria dell’Euromaidan, questa festa è diventata molto scomoda per le autorità di Kiev: infatti, il Battesimo della Rus’ suggerisce la parentela spirituale dei russi e degli ucraini – che sono due popoli di fatto molto simili, a parte piccole differenze linguistiche ed etnografiche. Tuttavia, le autorità ucraine sottolineano in ogni modo la differenza e l’inimicizia storica tra russi e ucraini, e hanno creato una chiesa nazionale separata.
Al momento, la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (Ukrainskaya Pravoslavnaya Zerkov’ Moskovskovo Patriarkhata, UPZ-MP) è l’unica Chiesa canonica ortodossa ufficiale in Ucraina, ed è soggetta al Patriarca e al Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Tuttavia, anche molto prima della festività del 1030° anniversario del Battesimo della Rus’, a Kiev sono state rilevate delle aggressioni nei confronti della comunità russa e della “Chiesa di Mosca”.
Il principale strumento religioso delle autorità ucraine è il Patriarcato di Kyiv, diretto da Filaret Denisenko. Quest’ultimo si definisce Patriarca, sebbene non sia riconosciuto da nessuna chiesa locale (nazionale) ortodossa. Nonostante questo, Filaret Denisenko fa affidamento sul sostegno dello Stato ucraino e dell’estrema destra, che si sono imposti, più o meno forzatamente, sulle chiese della canonica (legale) UPZ-MP. Vi sono stati anche casi di omicidio di sacerdoti della Chiesa canonica, che si erano rifiutati di convertirsi alla Chiesa ucraina. In altri casi, i credenti della Chiesa canonica avevano fatto da scudo intorno alle chiese per impedire che queste venissero prese d’assalto dai seguaci della Chiesa ucraina.
Il Patriarcato di Kyiv è un progetto politico più che religioso. Dopo aver celebrato il 1030° anniversario del Battesimo della Rus’, il Patriarca Filaret ha detto che il Patriarcato di Kyiv prenderà tutte le chiese ortodosse in Ucraina. Di fatto, questo sarebbe possibile, poiché i suoi sostenitori sono nelle file delle formazioni paramilitari di estrema destra che combattono contro le Repubbliche popolari del Donbass. Questi battaglioni nazisti sono una sorta di secondo esercito, controllato debolmente dalle autorità ucraine. In qualsiasi momento, quindi, questo esercito potrebbe procedere al sequestro delle chiese ortodosse canoniche, avendo per questo sia l’organizzazione che un vasto stock di armi, oltre a esperienza di combattimento.
Tuttavia, la stragrande maggioranza dei fedeli ortodossi in Ucraina continua a sostenere la canonica Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. In occasione dell’anniversario del Battesimo della Rus’, alla processione della Croce a Kiev hanno partecipato molte persone, e questa si è svolta in maniera solenne, sotto icone e bandiere ortodosse (stendardi con i volti di Gesù Cristo). Le autorità ucraine hanno deciso di concedere due processioni religiose: una per la Chiesa di Mosca e un’altra per il Patriarcato di Kyiv. La processione per la Chiesa canonica ortodossa si è svolta venerdì 27 luglio, ma trattandosi di una giornata lavorativa, la maggioranza delle persone che desideravano partecipare alla processione si è vista impossibilitata.
Inoltre, gli autisti sono stati avvertiti del divieto dell’organizzazione dei trasporti di condurre i credenti al luogo della processione a Kiev il 27 luglio. Secondo gli organizzatori, gli amministratori dei parcheggi a Chernivtsi e Ovrucha hanno ammesso di essere stati contatti dal SBU (il servizio di sicurezza ucraino) che li ha messi in guardia riguardo a possibili guai in caso di disobbedienza. Per di più sui social network utenti provenienti da diverse regioni dell’Ucraina si sono lamentati riguardo all’ordine di punire gli impiegati delle società di trasporti che, disobbedendo al divieto, si erano recati a Kiev per la Processione della UPZ-MP. I media ucraini avevano avvisato i cittadini che durante la processione della Chiesa canonica avrebbero potuto verificarsi incidenti violenti organizzati dai “preti di Mosca”, e che la “Chiesa di Mosca” è sotto il controllo “dell’aggressore russo” e dei suoi fedeli – terroristi, emarginati e traditori della patria ucraina.
Nonostante l’opposizione delle autorità e la minaccia del SBU e dei nazisti ucraini, i fedeli sono riusciti ad organizzare i trasporti in autobus e in treno per più di 20 mila persone, mentre altri si sono divisi in piccoli gruppi per i passaggi in auto. In totale, secondo le stime dell’UPZ-MP, circa 250 mila persone hanno partecipato alla processione il 27 luglio, ed è stata la processione più numerosa dell’Ucraina nella sua storia. Tuttavia, la versione ufficiale della polizia è che il numero di partecipanti all’evento è stato di 12 volte inferiore, vale a dire 20 mila fedeli. Questi dati ufficiali sono stati smentiti da molti giornalisti e blogger ucraini che hanno partecipato alla processione. Le riprese video testimoniano l’elevatissimo numero di partecipanti.
Al servizio di preghiera festiva della Chiesa ortodossa ucraina del 27 luglio hanno partecipato ufficialmente le delegazioni di 12 Chiese ortodosse, mentre a livello informale, di propria iniziativa, hanno partecipato i preti del Monte Athos (la “repubblica monastica” della Grecia, il centro del monachesimo ortodosso) e la Chiesa ortodossa serba.
La processione del Patriarcato di Kyiv, invece, si è tenuta il 28 luglio. Quest’anno la data è caduta di sabato, un giorno festivo, e ha quindi attirato un cospicuo numero di partecipanti. Oltre allo stesso Filaret, altre confessioni religiose dell’Ucraina hanno preso parte alla processione. Mentre le autorità intimidivano i fedeli della UPZ-MP, la stessa macchina amministrativa dello Stato ucraino ha lavorato per creare un grande corteo per il Patriarcato di Kyiv. Secondo testimonianze, le autorità hanno chiesto alle città e alle regioni dell’Ucraina di fornire un certo numero di “pellegrini”, con autobus dietro pagamento.
La processione del Patriarcato di Kyiv, però, sarebbe stata più simile a una processione politica. Alla testa della colonna vi era il presidente Poroshenko, mentre non vi erano icone e simboli religiosi, ma molte bandiere ucraine e slogan politici. I lavoratori delle imprese statali e municipali e i dipendenti delle autorità, portati dalle regioni, costituivano la base della colonna, mentre il numero di osservatori indipendenti è stimato a 30 mila.
Pertanto, la guerra civile che da ormai quattro anni continua in Ucraina, ora rischia di trasformarsi anche in un conflitto religioso.
Silvia Vittoria Missotti