La Russia ed alcuni Paesi occidentali, tra i quali la Francia (membro del Formato Normandia), hanno più volte accusato l’Ucraina di non rispettare gli accordi di Minsk riguardanti il Donbass.
Domenica 16 ottobre, nella capitale del DNI, è stato ucciso il comandante forse più famoso delle milizie di Donetsk, Arsen Pavlov, conosciuto con il nome di Motorola. Si trattava di un veterano della guerriglia russo-ucraina, venuto dalla Russia, come aveva detto, per proteggere i russi del Donbass dai nazisti ucraini.
Aveva comandato un piccolo contingente durante la difesa di Slavyansk, difendendo la zona più pericolosa — il villaggio di Semenovka, un importante punto di collegamento con il resto del DNI.
Più tardi, Motorola era diventato il famoso comandante del battaglione Sparta. Motorola, secondo il giudizio della DNR, era un combattente molto carismatico e coraggioso. Oltre a ciò, svolgeva di buon grado anche lavori umili, come il mantenimento dei cimiteri ed il lavaggio delle auto.
La morte di Motorola è stata accolta con grande entusiasmo in Ucraina. La responsabilità per la sua morte è stata reclamata dal gruppo neo-nazista ucraino Misanthropic Division.
Nel loro video, alcuni uomini mascherati dicono, sullo sfondo della bandiera del gruppo neonazista, di avere minacciato ed ucciso il leader della milizia Motorola. Dopo di che, alzano le braccia nel saluto nazista.
Fonti del Donbass dubitano della capacità di questo gruppo di organizzare per proprio conto una tale operazione terroristica quale è stata l’uccisione di Motorola, e ritengono che i neonazisti abbiano avuto piuttosto la funzione di mascherare l’azione del Servizio di Sicurezza ucraino (SBU).
La stampa ucraina ha diffuso la notizia che il Servizio di Sicurezza ha creato un’unità speciale per uccidere i leader militari e politici delle Repubbliche del Donbass. Gli istruttori dei servizi speciali ucraini sono le agenzie di intelligence occidentali, e soprattutto la CIA americana.
Subito dopo la vittoria del golpe di Euromaidan ed il rovesciamento del governo del legittimo presidente ucraino Yanukovych, sull’edificio della sede del Servizio di Sicurezza ucraino a Kiev era stata appesa una bandiera americana.
Secondo l’ex direttore del SBU, Yakimenko, un intero piano dell’edificio del Servizio di Sicurezza sarebbe stato affidato agli americani, e gli ucraini non sarebbero autorizzati ad accedervi. Secondo alcuni ex dipendenti del SBU, inoltre, la vera gestione del dipartimento sarebbe effettuata dagli americani, mentre gli ucraini sarebbero solo interpreti e supervisori ordinari.
Il 12 aprile 2014, il direttore della CIA, John Brennan, aveva segretamente visitato Kiev e si era incontrato con i leader dei funzionari del SBU. Dopo di che, il Ministero dell’Interno ucraino aveva annunciato l’inizio delle operazioni contro i sostenitori della federalizzazione dell’Ucraina orientale.
La visita di Brennan era stata fatta una visita sotto falso nome e tenuta dapprima nascosta dagli americani, che erano però poi stati costretti a confermare la visita tramite il Segretario della Stampa della Casa Bianca, Jay Carney.
Se gli ucraini confermassero la propria responsabilità per l’omicidio di Motorola, la leadership della DNR ottonerebbe di fatto la conferma della partecipazione dei Servizi Speciali ucraini negli attacchi terroristici sul suo territorio. Ciò violerebbe i due punti degli accordi di Minsk: la cessazione delle ostilità e l’amnistia per i partecipanti alle azioni nel Donbass di entrambe le parti.
Tuttavia, è più probabile che Kiev sceglierà nuovamente di negare il proprio coinvolgimento nell’attacco terroristico. I Servizi di Sicurezza russi, infatti, avevano già arrestato diversi membri dello staff dell’intelligence militare ucraina mentre questi stavano preparando attacchi terroristici in Crimea. Ma l’Ucraina (e dietro di essa, gli Stati Uniti ed alcuni Paesi occidentali) aveva respinto tutte le prove.
È invece più difficile prevedere la risposta dei leader del DNI. Il capo della Repubblica di Donetsk, Alexander Zakharchenko, che era amico di Motorola, ha apertamente accusato il SBU della morte del suo amico e ha promesso vendetta.
Silvia Vittoria Missotti