Trama
Questo film di Cristian Mungiu è ambientato nella città di Cluj, località del nord della Romania. Romeo è un medico affermato e zelante nel proprio lavoro, si era allontanato dal paese anni prima all’epoca della rivoluzione, ma torna in Romania carico di speranze, speranze di poter vivere in un paese che si sarebbe scrollato di dosso tanti problemi creandosi un nuovo futuro. Torna sua moglie Magda, bibliotecaria precisa e silenziosa, che ha tollerato tanti aspetti della propria vita che non le piacevano per nessuna ragione. Insomma questa coppia ha vissuto nella abnegazione per la precisa volontà di dare un futuro migliore alla figlia Eliza.
La coppia vive ormai da anni la condizione di separati in casa e il dott. Romeo vive una relazione sentimentale parallela con una professoressa di nome Sandra. Oltre a questa situazione il dottor Romeo è spesso sotto pressione per la salute vacillante della madre ormai ottantenne. Insomma in ogni momento deve essere all’altezza delle situazione che gli capitano, in ogni momento deve essere prudente. Ogni momento, per il bene del futuro della propria figlia.
Eliza studia e sta per ricevere il diploma, è un momento davvero importante per la ragazza in quanto il padre le ha riservato un regalo davvero importante. Se ne andrà dalla Romania, potrà studiare altrove in Gran Bretagna e potrà studiare ciò che le più le piace affinché la laurea conseguita altrove possa portarle un futuro lavorativo a suo dire migliore.
La figlia avrà quella felicità che non hanno avuto i genitori, ma che loro stessi sono stati in grado di costruirle con tanta abnegazione. Il giorno del primo scritto d’esame Eliza viene brutalmente aggredita da uno sconosciuto e le conseguenze sulla sua psiche arrivano quasi subito per lei. Il dottor Romeo dopo l’accaduto cade in crisi, vede sfumare il suo sogno ma non vuole che questo accada.
Il dottor Romeo non è un uomo abituato a certi tipi di mezzucci e il solo fatto di dover cercare strade alternative per la figlia e per il suo futuro a quelle legali e forse un tantino perbeniste lo infastidisce. Il dottor Romeo sceglierà la strada dell’illegalità e vedrà passo dopo passo le conseguenze non solo di questa scelta ma di tutte le scelte della propria vita.
Critica
Questo film vede il ritorno sul grande schermo di Cristian Mungiu, che analizzando il film ci si rende conto di imbattersi in un tema ricorrente nei suoi film. In Oltre le colline si vedeva come in seguito ad una scelta il futuro cambi e ci sia ben poco margine per un ritorno romantico al passato. Tema trattato in modo davvero drammatico anche in un film travisato da molti critici come 4 mesi 3 settimane 2 giorni.
Il regista dopo aver trattato le conseguenze di una scelta di tipo religioso come in Oltre le colline, in questo film affida le sue riflessioni alla voce di un uomo realizzato nel proprio lavoro e profondamente laico. Ci fa quasi capire come il tema delle conseguenze delle scelte e una domanda strisciante sul fatto che ci sia o meno un destino siano i temi che più gli piacciono affrontare.
Mungiu, inoltre, non riduce queste sue riflessioni all’eterno mito della fortuna individuale chiamata da colti critici in greco Tyche, come ad esempio ci ricorda sempre il regista holliwoodiano Woody Allen. Un altro aspetto particolare dei suoi film è l’autentico spirito di ricostruzione rumena di ogni particolare.
Da notare la scelta del titolo originale che in romeno sarebbe Baccalaureat, infatti da alcuni anni in Romania l’esame di maturità chiamato appunto in questo modo è stato riformato. Questa riforma ha suscitato vibranti polemiche e ha creato parecchi casi di corruzione di insegnanti. Senza conoscere questa riforma non si riesce a capire l’ansia del protagonista. Non si riesce a capire neanche il perché ricorra ad una soluzione a tutti i costi. L’esame è divenuto difficile e nozionistico, un nozionismo che in Italia non si vive nella maggior parte delle scuole da più di 30 anni, ma che è ancora parte integrante del sistema educativo rumeno.
Per questa ragione insorgono questo tipo di problemi, questo aspetto e molti altri rendono la Romania un paese in crisi d’identità. Impregnati di un nazionalismo retrogrado ed esclusivista da un lato ma governati da una classe politica tecnocratica dall’altro. Affiancato per giunta da un clero nazionalista ed ecumenista allo stesso tempo che non esita a chiedere ogni genere di favore per garantire la propria sopravvivenza.
Insomma un paese che è l’ennesimo stato privo di sovranità, tipico dei paesi usciti dal socialismo e lo è in tutte le possibili contraddizioni di una scelta di questo tipo. È anche per questa ragione che il regista insiste probabilmente sul concetto del destino e del libero arbitrio.
Mungiu, a tal proposito, appartiene alla scuola cosiddetta postdecembrista, movimento artistico nato all’indomani della caduta di Ceausescu. Dopo la sbornia anticomunista questa generazione ha subito in prima persona le conseguenze della Rivoluzione del 1989.
Un film comunque da vedere magari accompagnati da qualcuno che sappia spiegare questi aspetti legati alla Romania che altrimenti risultano di difficile comprensione.
Dario Daniele Raffo