Irina Osipova

Irina Osipova è un membro molto attivo della comunità russa in Italia, dove presiede un’associazione giovanile volta all’amicizia italo-russa (il RIM). Gioca un ruolo molto importante nella sensibilizzazione all’interno del nostro paese di temi imprescindibili, come la tragedia che da due anni colpisce la popolazione di etnia russa nel sud-est dell’Ucraina, nella regione del Donbass, in seguito al ribaltamento del quadro politico che ha colpito Kiev successivamente agli eventi di Euromaidan. Inoltre si batte per una corretta percezione in Italia dell’immagine della Russia di Putin, svolgendo un preziosissimo lavoro di controinformazione.

Cresciuta in Italia, Osipova ha la doppia cittadinanza. Cosa che le ha consentito di esordire in politica alle scorse amministrative, alle quali si è candidata come consigliere, nella capitale di Roma, città nella quale è più attiva. Proprio a Roma la giovane russa ha organizzato una corsa di solidarietà per gli atleti russi squalificati ingiustamente dalla IAAF (Federazione internazionale di atletica) in seguito all’inchiesta della Wada (Associazione Mondiale Anti-Doping) e che non potranno partecipare ai Giochi di Rio che si terranno tra pochi giorni.

Buongiorno Irina, tu e la comunità russa in Italia avete indetto una gara simbolica al Foro Italico per il prossimo 4 agosto (ore 19), per esprimere solidarietà alle atlete e agli atleti russi esclusi da Rio 2016 per la nota vicenda della Wada. Cosa vi ha spinti a giungere a questa decisione e quali sono i dettagli?

Siamo molto dispiaciuti per l’esclusione degli atleti russi di atletica leggera dalle Olimpiadi di Rio. È stato negato di partecipare ai giochi anche agli atleti puliti di grande spessore come Isinbaeva nonostante 67 atleti abbiano chiesto un ricorso allo IAAF. Quindi vi è una palese politicizzazione dello sport. Le persone che parteciperanno alla manifestazione hanno una sensibilità particolare verso l’accaduto. Ovviamente non possiamo influenzare gli eventi internazionali però vogliamo dimostrare solidarietà agli atleti russi, che vogliamo stargli vicini moralmente anche se non potranno a questo giro contribuire con i loro risultati allo sporti internazionale e al prestigio della Federazione Russa.

L’inchiesta della Wada sulla federazione internazionale di atletica leggera avrebbe dovuto coinvolgere molti paesi: Germania, Francia, Spagna, la stessa Italia e soprattutto il Kenya, squadra che da anni la fa da padrone nel mezzofondo e nelle lunghe distanze. Ma il rapporto di Gennaio dell’agenzia internazionale antidoping ha tratto la conclusione che soltanto Russia e Turchia fossero le mele marce dell’atletica e dello sport. Come te lo spieghi? Zhukov, presidente del comitato olimpico russo ha parlato di “campagna faziosa e ben orchestrata” da parte degli USA e del Canada (attuale sede della Wada), per escludere la Russia da Rio. Si sta tornando a un clima da guerra fredda nel quale anche lo sport è coinvolto nei giochi politici, come ha dichiarato Vladimir Putin?

Appunto è curioso che ci è stata una selezione degli stati da punire. Questo dimostra proprio che non si tratta dello sport, ma di intervento di carattere politico nello sport. Non tutti gli stati e le nazionalità ricevono lo stesso trattamento. È una vera e propria discriminazione di carattere politico, o direi proprio razziale. A notarlo non sono io ma il dirigente del comitato olimpico spagnolo Alejandro Blanco che ha detto proprio così: “Se lo sportivo ha passato 10 test senza risultare positivo al doping lo dovremo escludere solo perché è russo? Invito ad applicare il buon senso”. Il buon senso di cui parla Blanco manca, quindi è grave. Non è sport, è politica.

Molti in Russia hanno definito le atlete Yulia Stepanova (elemento chiave dell’indagine contro il doping russo) e Daria Klishna delle traditrici. La prima infatti aveva inizialmente avuto il permesso di partecipare come apolide sotto la bandiera olimpica, ma successivamente è stata comunque esclusa dal Cio. La seconda si allena e vive da anni negli USA, considerata fuori dalla comunità nazionale. Sei d’accordo con tali affermazioni?

Certo che si tratta di tradimento quando uno cerca di compromettere tutta la nazionale. Lei lo ha fatto. Non tutti gli atleti sono dopati, ma la Stepanova ha fatto sì che restassero fuori dai giochi gli atleti bravi e puliti. Ora neanche lei però potrebbe partecipare, visto che nel passato ha assunto doping. Quindi come si dice in Russia, si è proprio tagliata il ramo sui cui era seduta. La Klishina si allena negli USA. Non potrei criticarla, è una scelta che uno fa, però ovviamente mi dispiacerebbe in caso le sue medaglie non andassero alla Russia.

Malgrado la vicenda del doping russo lasci pensare a un complotto politico, Putin ha aperto una Commissione interna, affidata a Vitaly Smirnov, membro russo del CIO dal 1971, dichiarando che con il doping non si scherza: “Non c’è posto per il doping nello sport, è una minaccia per la vita e la salute degli atleti”, inoltre ha sospeso fino a conclusione delle indagini il viceministro dello sport Nagornykh. Non credi che nella vicenda doping possano esserci anche delle responsabilità da parte russa? C’è bisogno di un cambio di dirigenza nello sport, secondo te?

Non ho avuto modo di attingere studiare nessuna documentazione e e non ho partecipato alle vicende intestine al caso. Di certo qualcosa non è stato fatto in modo sbagliato se ci sono stati degli atleti che hanno assunto sostanze proibite. Queste cose non devono succedere. Lo stato dovrebbe intervenire e fare in modo che non succeda più. Diversi cittadini russi chiedono le dimissioni al ministro dello sport. Anche secondo me coloro che non sono stati in grado di prevenire questa disgrazia andrebbero puniti perdendo il posto di lavoro. Ci vuole una punizione esemplare che tenga allenati tutti quanti, non solo gli atleti, ma anche i politici del settore che dovrebbero fare il meglio per la categoria a loro assegnata.

La vicenda doping ha dimostrato ancora una volta la vicinanza tra il popolo e le istituzioni russe e i corrispettivi italiani. Il Presidente del CONI Malagò ha infatti sottolineato come per lui sarebbe impossibile immaginare i Giochi Olimpici senza la presenza della Russia. Credi che gli italiani esprimeranno ancora una volta la loro solidarietà alla Russia già a partire dall’iniziativa del 4 agosto?

Bisogna ringraziare Malagò per il sostegno. Ha dichiarato che gli atleti puliti vanno rispettati. All’iniziativa hanno aderito diversi italiani, ad esempio l’associazione LazioRussia e altre persone. Ho amici italiani che vengono dalla Sardegna e da Firenze. Questo dimostra che ci sono persone in Italia che hanno una loro opinione che desiderano esprimere senza timore. Questa cosa è molto positiva. Dimostra che nella società italiana esistono dei fermenti di persone attive e aventi un giudizio critico, autonomo da quello che viene imposto dai maggiori media.

Grazie Irina per la disponibilità e a presto!

Grazie a voi e complimenti alla vostra redazione.

Intervista a cura di Mirco Coppola