Ursula Von der Leyen

Ursula von der Leyen è stata eletta presidente della commissione europea per soli 9 voti. È la prima donna a ricoprire questa carica. È stata eletta con soli 383 voti a favore su 733 votanti. La maggioranza necessaria prevista era di 374 voti. I contrari sono stati 327.

Tra i voti favorevoli, spiccano per “caratterizzazione ideologica” e possibili conseguenze politiche quelli del M5S, risultati determinanti.

La maggioranza a Strasburgo, composta da Ppe-S&D-Liberali, conta infatti 444 eurodeputati ma, senza i 14 sì dei pentastellati, l’ex ministro della Difesa avrebbe potuto contare solo su 369 voti delle forze eurocratiche, cinque in meno della maggioranza richiesta di 374 sì. Tra franchi tiratori e schede bianche, le sono invece mancati, sulla carta, 75 voti dei partiti che sostengono la maggioranza.

“Senza i nostri voti, determinanti, oggi saremmo davanti a una crisi istituzionale senza precedenti in Europa. Siamo stati ago della bilancia”, hanno rivendicato dal Movimento 5 stelle, dimenticando anni di critiche all’asse franco-tedesco.

Il M5s ha fatto eleggere una conservatrice della CDU-CSU tedesca che, tra le altre misure capestro proposte, voleva sequestrare l’oro e delle aziende greche durante la crisi del debito del 2011.

Ursula von der Leyen, in percentuale, ha ottenuto meno voti rispetto ai suoi predecessori Jean-Claude Juncker, che ottenne il 56,19% dei voti della plenaria di Strasburgo, e José Barroso, che nel suo secondo mandato ebbe il 51,9%. La tedesca non è andata oltre il 51,27%.

Con Von der Leyen ha vinto di nuovo quell’Ue che vuole togliere il potere di scelta e decisione ai cittadini e agli Stati membri per consegnarlo nelle mani di burocrati cooptati da Francia e Germania.

“Mi sento molto onorata sono sopraffatta, la fiducia che riponete in me la riponete nell’Europa, un’Europa forte e unita da est a ovest, da nord a sud, pronta a combattere per il futuro invece che contro sé stessa. Il compito che dovrò affrontare pesa su di me ed il mio lavoro comincia adesso”, ha commentato la presidente della Commissione europea.

Poi un messaggio indirizzato a chi ha fatto notare l’esiguità del consenso ricevuto: “Nella democrazia la maggioranza è la maggioranza. Era necessario lavorare con i gruppi politici per convincerli e formulare i programmi di lavoro per i prossimi cinque anni e sono estremamente felice che dopo due settimane siamo riusciti a formare una maggioranza pro-europea. È una buona base per cominciare”.

Ha votato contro il gruppo “Identità e democrazia” di cui fa parte la Lega. “È gravissimo il voto europeo: von der Leyen passa grazie all’asse Merkel, Macron, Renzi, 5stelle. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l’interesse nazionale”, si legge in una nota del Carroccio.

“9 milioni di italiani ci hanno dato un mandato fortissimo lo scorso 26 maggio per contrastare i disastri franco tedeschi di questi ultimi decenni e tale fiducia non può essere tradita in cambio di qualche poltrona. Ci dispiace che chi doveva aprire i parlamenti come scatole di tonno, oggi si accontenta di sedere su qualche poltroncina della vice presidenza del Parlamento Europeo e di qualche Commissione e per ottenerle siano scesi a patti tanto con il partito democratico di Zingaretti e Sassoli, quanto con il partito popolare di Berlusconi e Tajani. Non possiamo e non vogliamo far parte di questa accozzaglia anti italiana, per questo voteremo decisamente no all’Asse Pd-5stelle”. Con queste parole l’Europarlamentare leghista Antonio Maria Rinaldi ha annunciato il suo voto di contrarietà alla presidenza della Commissione Europea di Ursula von der Leyen.

Oggi è nato ufficialmente il “Patto del cavoletto” fra Pd e M5s, ha rincarato la dose Rinaldi.