La minoranza ungherese in Ucraina

Il 29 luglio l’ambasciatore ungherese in Ucraina Istvan Idyarto ha annunciato che il Primo ministro ungherese Viktor Orbán effettuerà una visita ufficiale in Ucraina, ma solo dopo aver risolto i problemi delle relazioni bilaterali, che coinvolgono il problema della minoranza ungherese in Transcarpazia. Questa notizia è stata riportata dalla stampa ucraina. La visita di Viktor Orbán a Kiev è stata programmata molto tempo fa, nel gennaio di quest’anno. Il premier ungherese avrebbe dovuto visitare l’Ucraina alla fine di luglio, ma la dichiarazione dell’ambasciatore ungherese ha dissipato le aspettative dei politici ucraini. Il più deluso sembrerebbe essere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Per capire meglio l’importanza delle attuali relazioni tra questi due paesi per l’Europa, che approfondiremo in un prossimo articolo, ripercorriamo insieme un po’ di storia. L’invasione degli ungheresi (magiari) nell’ex provincia romana della Pannonia alla fine del IX secolo (896), secondo alcuni storici, pose fine all’era della Grande Migrazione delle Nazioni. Dopo aver occupato la Pannonia, gli ungheresi nomadi si ritrovarono circondati da popoli sedentari ostili, compresi gli slavi. Uno dei gruppi di slavi conquistati dagli ungheresi all’inizio del X secolo erano gli abitanti della Rutenia subcarpatica. I ruteni sono un misterioso popolo slavo, originariamente di fede ortodossa, che usa il linguaggio slavo della Chiesa nel culto, creato dai monaci fratelli Cirillo e Metodio. Dall’inizio del X secolo fino al 1918, la Rutenia subcarpatica face parte dello Stato ungherese, se si considera il periodo di ingresso dell’Ungheria nell’Impero asburgico.

Dopo la sconfitta dell’Austria-Ungheria nella Prima Guerra Mondiale nel novembre 1918, l’allora provincia agraria dell’Ungheria dell’Impero dichiarò la sua indipendenza e adottò un decreto sulla secessione dall’Ungheria. Tuttavia, nel 1919, i ruteni decidono di unirsi alla Cecoslovacchia. La configurazione finale del territorio è stata approvata dal Trattato di pace del Trianon nel 1920. Il Trattato del Trianon fu concluso dai vincitori della Prima Guerra Mondiale e penalizzò l’Ungheria, uno degli eredi dell’Impero austro-ungarico. Il trattato sanciva perdite territoriali dell’Ungheria. Parte delle terre che facevano parte della corona ungherese fu trasferita alla Cecoslovacchia (Slovacchia e Rutenia subcarpatica). Come parte della Cecoslovacchia i ruteni non ebbero l’autonomia che speravano, ma nel complesso vissero abbastanza comodamente. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione della Cecoslovacchia, la Rutenia subcarpatica fu occupata nel marzo del 1939 dalle truppe ungheresi, alleate del Terzo Reich.

Nel 1945, il presidente della Cecoslovacchia Edvard Beneš concluse un accordo con il leader sovietico Iosif Stalin in base al quale la Rutenia subcarpatica divenne parte dell’Ucraina sovietica. In cambio, Stalin accettò la deportazione di tre milioni di sudeti dalla Cecoslovacchia. I ruteni, dal momento in cui entrarono nella repubblica sovietica ucraina, furono registrati come ucraini e furono sottoposti a una violenta “ucrainizzazione”. La Rutenia subcarpatica fu trasformata nella regione della Transcarpazia ucraina. Gli ungheresi sono stati una notevole minoranza nazionale in questa regione per molti secoli. Dopo il crollo dell’URSS e l’indipendenza dell’Ucraina, le autorità ucraine hanno continuato la politica di “ucrainizzazione” delle minoranze nazionali, tra cui i ruteni e gli ungheresi. Oggi, oltre 150 mila ungheresi vivono nella regione della Transcarpazia (poco più del 12% della popolazione).

La minoranza ungherese è ben organizzata e unita, e difende fermamente la propria lingua e cultura. Dal 2014 la politica ucraina ha assunto forme più aggressive nei confronti delle etnie ungheresi a causa della vittoria del movimento di Euromaidan, dai connotati fortemente europeisti, antirussi e identitari. Il movimento nato dalle proteste di Piazza Maidan a Kiev tra il 2013 e il 2014 ha assunto la forma di un Colpo di Stato, noto in patria come “Rivoluzione della dignità”, il 21 febbraio 2014. Il cambio di regime in Ucraina ha provocato la secessione della Crimea dall’Ucraina, la ribellione delle popolazioni di etnia russa nel sud-est del paese e lo scoppio conseguente di un conflitto nella regione del Donbass tra filorussi e governo centrale, una seria crisi politica ed economica dello Stato centrale.

Il problema più acuto, ma non l’unico, nelle relazioni tra Ungheria e Ucraina, rimane quello della minoranza ungherese nella Transcarpazia. Lo Stato ungherese è molto zelante nel difendere i diritti delle comunità ungheresi nei Paesi vicini. Anche in Ucraina.

Silvia Vittoria Missotti