
Nel discorso con cui annunciava la sua scelta di correre per le primarie socialiste, Benoit Hamon aveva presentato un bilancio catastrofico delle ultime esperienze politiche francesi: “les quinquennats se succedent, les hommes providentiels aussi, mais les problemes essentiels des Français restent sans solution”. Traducendo liberamente: “passano i Presidenti, passano gli uomini della Provvidenza ma i problemi essenziali dei Francesi rimangono senza una soluzione”.
Il Ministro dell’Educazione nazionale, dell’Insegnamento superiore e della Ricerca nel primo Governo a guida Manuel Valls e deputato di Yveline, in quell’occasione, aveva parlato di sistema democratico in crisi in cui i “francesi vivono una sorta di democrazia intermittente”, hanno il diritto di esprimere il loro voto ogni cinque anni ma sono senza voce nelle altre occasioni e si auspicava un superamento della V Repubblica preconizzando un passaggio ad una VI.
Queste premesse si ritrovano nella campagna primaria condotta da Hamon e nel suo programma marcatamente spostato a sinistra con le quali è riuscito, in modo inaspettato per i più, a vincere le primarie socialiste con il 58% dei suffragi espressi.
Il settimanale Newsweek scriveva di Hamon come il candidato dell’altra sinistra, colui che “ha più entusiasmato la sinistra radicale all’estero e questo è largamente dovuto al suo impegno per un reddito universale, un salario minimo versato a tutti i cittadini. Un’idea molto di moda a sinistra”.
Dall’altra parte della manica, invece, il Times lo presentava come il Corbyn francese con un programma “d’estrema sinistra che promette la legislazione sulla cannabis e la creazione di un reddito universale”.
La proposta di un reddito universale, revenu universel, è il concetto faro dell’idea politica di Benoit Hamon, la misura emblematica del suo programma, l’asse della sua campagna. (1)
Si tratta di un progetto con un obiettivo a lungo termine che fissa un reddito mensile da versare automaticamente a tutti i cittadini in cumulo o in sostituzione del guadagno derivante da lavoro.
Inizialmente Hamon conta di mettere in campo dal 2018 un incremento del 10% del reddito di solidarietà attiva (RSA) (2) per arrivare alla cifra di 600 euro mensili, versate senza condizioni a tutti gli aventi diritto e a tutti i giovani tra i 18 e i 25 anni (circa 6 milioni di persone).
La prospettiva di lungo periodo prevede che si possa parlare propriamente di reddito universale senza condizioni di 750 euro per tutti i francesi maggiorenni non prima del 2022, al termine di un grande conférence citoyenne, una grande assemblea di cittadini, incaricata di discutere il perimetro di attuazione della misura e la sua calendarizzazione.
Una misura che muove dalle premesse di voler assicurare ai cittadini di Francia una allocazione mensile in grado di permettere loro di vivere decentemente e senza alcuna contropartita.
Questo rappresenta un vero cambio di paradigma, passando dal mito della crescita continua al concetto di sviluppo che ruoti intorno all’uomo dove persone lavorino meno per formarsi, essere felici, occuparsi della famiglia, dedicarsi alle attività preferite profilando uno scenario di avenir désiderable, secondo la formula utilizzata e ripetuta dallo stesso Benoit Hamon; una misura considerata la grande idea nuova della sinistra capace di contribuire alla definizione di un nuovo rapporto tra lavoro e tempo libero.
Non si tratta di sminuire il lavoro, “c’è una grande pigrizia a sinistra su questa questione. Sono anche io filosoficamente attaccato alla società del lavoro ma ho osservato anche che le persone aspirano a lavorare meno poiché il lavoro le schiaccia”. Così a France 2: “Penso che il lavoro sia importante […] ma bisogna riprendere la marcia verso la riduzione del tempo di lavoro e allo stesso tempo per un benessere al lavoro e per la riduzione della disoccupazione”.
Benoit Hamon è stato uno dei primi, in Francia, ad aver formulato una proposta di tale portata, ma non l’unico: il reddito universale è contenuto nel programma di Europe Ecologie – Les Verts, di Pierre Larrouturou, candidate di Nouvelle Donne e Charlotte Marchandise, LaPrimaire.org mentre a destra, la reppubblicana Nathalie Kosciusko-Morizet sostiene una idea similare.
Corollario al reddito universale che donerà a ciascuno la libertà e il potere di lavorare di meno senza diminuire le entrate (3), è la volontà di ridurre le ore lavorative settimanali.
Per quanto riguarda il lavoro, si propone l’abolizione immediata dalla controversa Loi de Travail con la quale i lavoratori francesi “lavoreranno di più guadagnando di meno”.
L’altro asse portante dell’idea politica del candidato socialista alla corsa per l’Eliseo sono le riforme istituzionali, 28 proposte “pour renover nostre democratie”, rinnovare la democrazia francese, con le quali Hamon intende porre fine alla monarchie républicaine e al mito dell’uomo indispensabile derivante dal peso dato attualmente al Presidente della Repubblica.
La Francia deve adoperarsi per muovere verso il superamento dell’attuale costruzione istituzionale passando ad una VI repubblica. Per prima cosa, limitare l’utilizzo dell’articolo 49.3 della Costituzione francese che permette di adottare una legge senza il voto parlamentare ai soli testi di bilancio e sostituirlo con un 49.3 dei cittadini con il quale l’1% dei cittadini iscritti potrà sottomettere un testo di legge a referendum.
Oltre a questo, Hamon vorrebbe sostituire il quinquennato presidenziale con un settennato non rinnovabile e vede con favore il diritto di voto ai cittadini extracomunitari alle elezioni locali, misura prevista, tra le altre, già nel programma elettorale di François Hollande nel 2012.
Nel programma anche la volontà di trasformare il Senato in collegio territoriale e la presa in considerazione del vote blanc: se la scheda bianca risulta essere maggioritaria alle elezioni, il voto deve essere ripetuto.
Di rilevanza le misure riguardanti l’ambiente e l’ecologia: Hamon propone l’uscita dall’era del diesel nel 2025 correlato ad un obiettivo del 50% per quanto riguarda l’energia prodotta da fonti rinnovabili e chiusura delle centrali nucleari a fine vita.
Nel discorso politico che ha caratterizzato le primarie socialiste, assente il dibattito intorno alle tematiche di politica estera da intraprendere in caso di ascesa alle scale dell’Eliseo.
In relazione all’Unione Europea, Hamon propone un’alleanza delle sinistre europee per imporre una moratoria sul patto di stabilità fino all’adozione di un trattato che escluda le spese per gli investimenti dal deficit dello Stato rifiutando, al contempo, di dover mantenere il deficit di bilancio entro il 3% come previsto dal trattato di Maastricht se si deve procedere a degli investimenti importanti.
In linea di massima si può prevedere un sostanziale allineamento della visione estera di Hamon con il corso presidenziale di François Hollande dal momento che l’enfant prodige della sinistra francese non ha presentato alcun nuovo concetto di politica estera né ha proposto di rivedere il ruolo del Paese in seno alle relazioni internazionali. (4)
Quello presentato da Hamon agli elettori di sinistra francesi è più di un programma, una visione del mondo in cui, però, mancano i rapporti con gli altri attori del globo. Quello che si può affermare è che Benoit Hamon propone un’idea idealista che intende riunire, come twittato dallo stesso candidato da Lille il 27 gennaio, la sinistra sui temi del progresso sociale, della transizione ecologica e del rinnovamento democratico.
Note
- Benoit Hamon è riuscito ad imporre questa tematica alla campagna elettorale per le primarie del Partito Socialista, tanto da costringere gli avversari a prendere una posizione sulla questione.
- Il reddito di solidarietà attiva (RSA) è un servizio sociale gestito da consigli di contea pagati dal CAF e MSA che garantisce ai propri beneficiari (2,5 milioni nel 2016), un reddito minimo, con un corrispondente obbligo di cercare lavoro o seguire un progetto professionale per migliorare la sua situazione finanziaria.
- Secondo DirectMatin, alcuni studi hanno dimostrato che questo tipo di misura non incita i beneficiari a cessare tutte le loro attività ma, bensì, a ridurre il loro tempo di lavoro per privilegiare altre attività fortemente remuneratrici. I principali beneficiari di ciò risultano essere le donne, i giovani oltre alle fasce più povere della popolazione.
https://www.directmatin.fr/politique/2017-01-31/presidentielle-2017-le-programme-de-benoit-hamon-744508 - Hamon spinge per un riconoscimento dello stato palestinese e per quanto riguarda la guerra in Siria ha affermato che “non voglio un accordo di cessate il fuoco in Siria che si faccia, come nel caso, senza le Nazioni Unite, senza l’Unione Europea, senza gli americani e senza le società arabe” (https://www.wsws.org/fr/articles/2017/jan2017/hamo-j27.shtml).
Per quanto riguarda i rapporti con la Russia, rimandiamo al seguente articolo https://fr.rbth.com/international/2017/01/30/le-phenomene-benoit-hamon-vu-de-russie_692131.
Per quanto riguarda il dibattito sulla politica estera, rimandiamo al seguente resoconto: https://francais.rt.com/france/32605-primaire-gauche-candidats-obsedes-par-russie-et-vladimir-poutine