
Ali Abdullah Saleh, l’uomo che ha regnato sullo Yemen del Nord dal 1978 al 1990 e quindi sullo Yemen riunificato dal 1990 al 2011, che ha traghettato il suo paese dal nasserismo dei predecessori ad una linea dichiaratamente filo-occidentale, e che dopo la brusca estromissione seguita alla primavera araba aveva deciso per rivalsa d’allearsi coi ribelli Houthi contro il vice e successore Abd Rabbo Mansour Hadi, sarebbe morto oggi mentre stava fuggendo dalla capitale Sana’a.
E paradossalmente, proprio a dimostrazione di quanto intricato sia il mosaico mediorientale e yemenita in particolare, ad ucciderlo sarebbero stati proprio gli Houthi coi quali fino ad una settimana fa era alleato, e che poi aveva deciso di tradire per tornare di nuovo a dialogare con la vecchia amica dei lunghi anni del potere, l’Arabia Saudita. Quell’Arabia Saudita che insieme a tutta la coalizione del Consiglio di Cooperazione del Golfo e di parte della Lega Araba fa oggi la guerra proprio allo Yemen della rivoluzione degli Houthi, appoggiandosi il presidente Hadi, riconosciuto come legittimo benchè in passato dichiaratosi dimissionario (ma poi aveva revocato le proprie dimissioni, rifugiandosi nel sud del paese).
Giovedì scorso Saleh aveva dichiarato d’aver riaperto il dialogo con Riyad, ordinando così ai suoi uomini di combattere d’ora in poi proprio contro gli Houthi. La sua defezione, a quanto pare, non ha trovato ascolto presso di loro, e s’è ben presto risolta proprio nella sua morte. Almeno così pare, visto che gli Houthi già stanno mostrando un video dove si vedrebbe proprio il cadavere dell’ex presidente yemenita.
Nel video si può vedere il corpo, avvolto in un lenzuolo e non immediatamente riconoscibile, venir caricato su un pick up. Secondo la versione fornita dagli Houthi, che esulterebbero per la sua uccisione, Saleh ed il suo convoglio sarebbero stati intercettati mentre cercavano di lasciare la capitale Sana’a proprio dopo che la residenza dell’ex presidente era stata fatta saltare. La radio di Sana’a, controllata dagli Houthi, e successivamente anche i media iraniani avrebbero poi confermato la notizia, che al momento sta diventando virale in rete e soprattutto presso i canali arabi.
Anche la TV panaraba saudita al-Arabiya ha confermato che “Ali Abdallah Saleh è stato ucciso”, riportando fonti provenienti dal suo stesso partito. Nel frattempo il presidente Hadi ha ordinato alle sue truppe, sostenute dai sauditi, di riconquistare Sana’a. Negli ultimi giorni le forze aeree della coalizione a guida saudita avevano sostenuto le truppe di Saleh, bombardando le postazioni degli Houthi per “liberare lo Yemen dalle milizie fedeli all’Iran”. Quel che è certo è che, al di là dei risultati militari, questi bombardamenti su Sana’a hanno comunque provocato non meno di 250 vittime fra i civili.
Secondo stime delle Nazioni Unite, sarebbero non meno di 8670 le vittime causate dall’intervento militare saudita, a cui però dovrebbero essere sommati anche i morti per l’epidemia di colera e per le varie problematiche umanitarie determinate dal conflitto. Solo da aprile i morti accertati, infatti, sarebbero almeno 2211.