
Hugo Orlando Gatti nasce il 19 agosto 1944 a Carlos Tejedor, nella provincia di Buenos Aires, tre ore di macchina ad ovest della capitale argentina. Muove i primi passi nei Bohemios Jrs, le giovanili del Club Atletico Atlanta, uno dei tanti club di Buenos Aires. A 16 anni vede giocare dal vivo Amadeo Carrizo e lì accade qualcosa che trasforma la maniera di giocare di Gatti. Carrizo è uno dei più grandi portieri della storia del calcio argentino, anzi forse il più grande se consideriamo che l’IFFHS (Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio) lo ritiene ancora oggi tra i dieci migliori portieri della storia del calcio mondiale. E’ un idolo per Gatti che a 18 anni esordisce in prima squadra perdendo 2-0 a La Plata contro il Gimnasia y Esgrima. Il ragazzo però dimostra qualità e personalità da vendere e tra il 1962 e il 1963 colleziona 38 gettoni con i gialloblu.
Hugo ha caratteristiche uniche per i portieri dell’epoca: gioca alto, abile con i piedi anche fuori area, sfrontatezza incredibile, naturalezza nel ruolo di leader all’interno dello spogliatoio. Non può restare all’Atlanta e se lo aggiudica il River Plate a cifre folli. Deve sostituire Carrizo, il suo idolo, che pare essere sul viale del tramonto: tutto sbagliato. Carrizo giocherà titolare per altri quattro anni e lo farà a livelli altissimi. Dal canto suo Gatti non si perde d’animo e nel suo periodo al Monumental stringe i denti, colleziona 77 presenze in quattro stagioni e nonostante il ruolo di riserva nel club viene convocato per i Mondiali di Inghilterra ’66. Alla fine del quarto anno col River passa al Gimnasia y Esgrima, club non proprio di prima fascia. L’aver accettato la sfida in una squadra meno prestigiosa del River e il modo di stare in campo rendono Hugo l’idolo indiscusso della tifoseria che lo ribattezza “El Loco”, appellativo che si porta dietro ancora oggi che ha appena compiuto 71 anni.
Alla sedicesima giornata (fecha), il 25 maggio 1969 si gioca un match incredibile che rimane indelebile nella storia del Gimnasia e dei tifosi che vissero quel giorno. Alla Bombonera il Gimnasia ridotto in dieci uomini compie l’impresa battendo il Boca per 1-0 grazie soprattutto alle parate del Loco Gatti. Si perde il conto delle parate effettuate da Hugo, è quel giorno che diviene il miglior portiere d’Argentina, posto rimasto vacante dopo che in quello stesso anno Carrizo aveva deciso di andare a terminare la carriera in Colombia, al Millionarios. Colleziona 223 presenze in 5 anni al Gimnasia, conquista platee e titoli di giornali ma soprattutto conquista definitivamente la stima di Juan Carlos “Toto” Lorenzo.
Chi è Lorenzo? Lorenzo vanta una discreta carriera da calciatore con trascorsi in Spagna e in Italia negli anni 50 e un gran curriculum come allenatore in Spagna, Italia e in Argentina. Era il commissario tecnico scelto dalla federazione per guidare l’Albiceleste ai Mondiali del ’66 dove, come già detto, venne convocato pure il Loco che però non giocò neanche un minuto. Stavolta il Mister lo vuole all’Unión Santa Fé dove Hugo conferma, se mai ce ne fosse bisogno, tutto il suo valore e tutta la sua eccentricità. Anche quell’anno però per il Loco tanti applausi e neanche un trofeo. Nel frattempo il Boca Juniors deve ricostruire rosa e staff tecnico, sono sei anni che rimane a bocca asciutta e per gli Xeneizes è un’eternità. La società decide di affidare la guida tecnica proprio a lui, al Toto Lorenzo. Mercato da iniziare, dichiarazione del tecnico: “Gatti es el arquero que necesita Boca para salir campeon”. Il primo acquisto è Hugo Orlando Gatti.
A 32 anni è forse l’ultima occasione per cercar di vincere qualcosa e quale club meglio del Boca Juniors? Un Metropolitano (1976), due Nacional (1977, 1981), due Libertadores (1977, 1978) e una Intercontinentale (1977) ma soprattutto tanti episodi che solo un personaggio come lui poteva regalare alla storia del calcio argentino. Al Boca dà il meglio di sé in tutti i sensi e non si fa attendere. I bosteros, i tifosi degli Xeneizes hanno la memoria lunga e difficilmente perdonano qualcosa a chi ha sgarrato in passato. La famosa partita del 21 maggio 1969 e i trascorsi al River Plate rendono incandescente l’accoglienza della “12″ al nuovo portiere (la “doce”, la tifoseria più calda del Boca). Alla prima partita casalinga i suoi nuovi tifosi posti dietro la porta gli tirano di tutto, pure una scopa! Da persona educata quale è, raccoglie la scopa e comincia a pulire la propria area spazzando tutto quello che gli era arrivato contro, naturalmente tuttociò a pochi istanti dal fischio d’inizio! Negli anni l’ex gallinas (come vengono chiamati quelli del River Plate dai cugini del Boca) ha conquistato i nuovi tifosi, riuscendo ad entrare nel mito del Club Atletico Boca Juniors. Bisogna essere proprio bravi. La sua arroganza nelle dichiarazioni esaltava chi lo sosteneva: “Soy el mejor de todos. Nadie tiene los atributos que yo tengo. Es inutil que se discutan. Yo soy el mejor”. Comprensibilissimo, non stiamo a tradurre, parole da far invidia a Mourinho.
Ma il portiere che gioca con il numero 1 sulla maglia e lo 0 nei pantaloncini, che gioca con una fascia colorata in testa e gli occhi stile capo indiano, ogni tanto si sbagliava. La prima volta nel 1978 quando rifiutò di andare ai Mondiali a fare la riserva di Fillol, che lui riteneva timido e incapace di giocare con personalità. L’Argentina quei mondiali, come sapete, li vincerà. Altro clamoroso abbaglio dell’arquero Loco avviene il 9 novembre del 1980. Argentinos Juniors – Boca Juniors: Gatti dà del “barilotto” ad un certo Diego Armando Maradona che malgrado la differenza d’età non si lascia intimorire da quelle parole e risponde all’avversario promettendogli quattro gol. Argentinos Juniors batte Boca Juniors 5-3, Maradona ne segna…..quattro! Con l’avvicinarsi dei 40 anni il rendimento si fa altalenante e gioca sempre meno anche per colpa di qualche episodio negativo, qualche papera di troppo. La storia con il Boca Juniors si interruppe anche per motivi politici: la tifoseria Xeneize appoggia i peronisti mentre Gatti sostiene apertamente il rivale Alfonsin. Finirà la carriera di calciatore nel 1988 all’America de Calì, in Colombia. Termina così un cammino incredibile, fatto di trofei, di 26 rigori parati e di tanto spettacolo.
Appesi i guanti al chiodo si è goduto “la pensione” preferendo tv e giornali ad una più naturale carriera da allenatore. Vi consigliamo di cercare e guardare su internet i filmati che lo riguardano, anche quelli post carriera. Hugo Orlando Gatti è Loco all’ennesima potenza e tra le tante cose che troverete ci sarà sicuramente anche “Las locuras de Gatti” album autocelebrativo del 1976, scritto e cantato da lui stesso.
Hugo Orlando Gatti, El Loco.