Sicuramente Vladimir Putin e Bashar Assad si saranno anche scambiati gli auguri per le festività pasquali, ma il motivo principale della telefonata che ieri ha visto protagonisti i Capi di Stato russo e siriano era, ovviamente, la soddisfazione per la recente completa liberazione di Palmyra e la dura sconfitta inflitta all’ISIS nell’Est di Homs.

Putin, che solo pochi giorni fa aveva stupito gli osservatori internazionali ordinando il ‘ridimensionamento’ del contingente militare attivo in Siria, ha la soddisfazione di vedere che la situazione strategica nel paese arabo é stata decisivamente influenzata dall’intervento russo che ha colpito con tale durezza le fonti di approvvigionamento finanziario e logistico del cosiddetto ‘califfato’ da rendergli impossibile mantenere il proprio controllo sulle località strategiche dell’Est della Siria.

Assad, che di recente ha incontrato una delegazione parlamentare francese, ha sottolineato la differenza tra le operazioni russe nel paese (concordate con Damasco, incisive e risolutive) e quelle occidentali (compiute senza autorizzazione, flebili e indecisive), specie americane.

Il Presidente siriano ha altresì promesso che il sito archeologico della cittadina di Zenobia verrà presto ricomposto (molti monumenti erano stati smontati per venire contrabbandati in Inghilterra e Nord America) e restituito al patrimonio culturale comune dell’Umanità.

“La guerra contro la Siria é stata scatenata per motivi di petrolio e di gasdotti, ma nel mondo vi è molto petrolio e molto gas ma solamente una città preziosa come Palmyra”. Questa affermazione é stata anche ripresa e parafrasata dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, che ha sintetizzato alla stampa i punti salienti del dialogo tra i due Presidenti.

Putin ha promesso che genieri e artificieri russi verranno presto inviati presso il sito archeologico per aiutare nella rimozione di ogni eventuale mina, bomba e trappola esplosiva lasciata dai fanatici takfiri che potrebbe ledere e danneggiare i monumenti dell’area.

Assad ha anche assicurato che sarà suo preciso impegno lottare per mantenere la ricchezza e la diversità culturale della Siria una volta usciti dalla situazione d’emergenza causata dall’invasione terroristica.