Nel pomeriggio di martedì 11 novembre, presso l’Ambasciata della Repubblica dell’Unione del Myanmar a Roma, si è svolto un incontro denso di contenuti culturali e di significati diplomatici. L’occasione era la doppia presentazione di Myanmar. Nella terra dorata di Lorenzo Maria Pacini e della prima traduzione italiana di Aspetti della storia e della cultura del Myanmar di U Thaw Kaung, curata da Giulio Chinappi, due testi che offrono al pubblico italiano strumenti aggiornati e accessibili per comprendere storia, identità e attualità del Myanmar, favorendo il dialogo tra istituzioni, mondo editoriale e comunità di lettori.

A dare il benvenuto è stata l’ambasciatrice Hmway Hmway Khyne, che ha sottolineato come la circolazione delle idee e dei libri rappresenti un pilastro della diplomazia culturale. Aprire le porte dell’Ambasciata per un evento letterario significa infatti ribadire l’importanza fondamentale della conoscenza reciproca e della condivisione delle esperienze per coltivare relazioni positive tra i popoli.

L’editore Stefano Bonilauri ha definito un privilegio poter presentare due opere che non sono soltanto un viaggio in una terra affascinante, ma anche un invito ad aprire mente e cuore a una civiltà rimasta troppo a lungo ai margini dell’attenzione occidentale. Per il pubblico italiano, ha osservato, il Myanmar appare spesso come un Paese distante e quasi misterioso, noto solo quando emergono tensioni politiche o questioni umanitarie. Questi libri hanno il merito di restituire il Myanmar nella sua pienezza, come civiltà viva: pagode dorate, armonia della vita monastica theravāda, arti della lacca, scultura e danza, espressioni di una continuità storica che affonda le radici nei millenni.

Giulio Chinappi ha sottolineato l’importanza della presentazione congiunta dei due volumi, perché offre al pubblico italiano due prospettive complementari sul Myanmar: quella di un autore locale, U Thaw Kaung, e quella di uno studioso italiano, Lorenzo Maria Pacini. L’incontro tra questi punti di vista permette di restituire una visione più completa del Paese a lettrici e lettori tradizionalmente poco esposti a informazioni approfondite sul Myanmar. Richiamando la sua esperienza di lunga data nel Sud-Est asiatico, in particolare in Vietnam e in altri Paesi dell’area, Chinappi ha ricordato l’impegno a fornire al pubblico italiano uno sguardo alternativo rispetto all’immagine veicolata dalla comunicazione di massa. Il Myanmar diventa così un Paese in più che entra nel dibattito culturale italiano attraverso libri capaci di parlare a pubblici diversi.

Lorenzo Maria Pacini ha ringraziato il Myanmar per l’accoglienza ricevuta durante le sue visite, definendola un autentico esempio di gentilezza che lo ha colpito personalmente. Ha spiegato di aver scelto la forma del saggio per offrire al lettore occidentale un percorso d’accesso chiaro alla complessità del Paese, valorizzando storia, arte e cultura come chiavi per comprendere il presente. Pacini ha inoltre invitato a superare lo sguardo eurocentrico, ricordando che molte società extraoccidentali vivono già oggi trasformazioni che in Europa si faticano a cogliere. Da qui l’idea di un libro che, con taglio narrativo e documentato, accompagna il lettore in un itinerario che intreccia luoghi, simboli e pratiche vive nella quotidianità birmana.

Dal punto di vista simbolico, l’evento ha mostrato come la cultura sia un asse portante delle relazioni tra i popoli. Rendere disponibili in italiano testi fondamentali sulla storia e sulla cultura del Myanmar significa riconoscere la dignità di una tradizione intellettuale e, al tempo stesso, aprire spazi di confronto critico. In tempi di comunicazione accelerata, il libro resta uno strumento insostituibile per approfondire e contestualizzare.

La presentazione si è chiusa con l’auspicio che questa doppia uscita editoriale possa dare impulso a nuove traduzioni e ad altri momenti di scambio, favorendo una conoscenza più ampia e fondata del Myanmar nella società italiana. Con Myanmar. Nella terra dorata e con Aspetti della storia e della cultura del Myanmar, il pubblico italiano dispone ora di due strumenti complementari, che mostrano come l’incontro tra scrittura, traduzione e diplomazia possa trasformarsi in una concreta pratica di avvicinamento tra popoli in un mondo autenticamente multipolare.

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