Ogni anno si registra l’aumento, nel periodo delle feste natalizie, delle richieste di aiuto agli psicologi, per l’emergere o l’acuirsi di vissuti di tipo depressivo o ansioso. Spiegare questo fenomeno, purtroppo, non è particolarmente difficile, poiché per molti si tratta di un periodo pieno di eventi stressanti.

Per iniziare si può essere costretti a partecipare alle temutissime riunioni coi parenti, soprattutto quelli che per tutto il resto dell’anno si possono evitare, ma non a Natale: si dev’essere più buoni e se ci sono delle divergenze è il momento giusto di lasciarle da parte, se non di appianarle! La televisione trasmette decine di film che hanno tutti lo stesso canovaccio trito e ritrito: una famiglia si riunisce in occasione delle feste, seguono delle scaramucce, poi il lieto fine. Chi prevede che sarà costretto a incontrare qualcuno con il quale non va d’accordo, dovrebbe evitare ad ogni costo questo genere di pellicole, consigliamo invece la visione del meraviglioso, ferocissimo ‘Parenti serpenti’ di Mario Monicelli (1992).

All’ingiunzione moralistica “si deve essere più buoni” se ne aggiunge però un’altra, forse anche più perniciosa: “si deve essere all’altezza”. Se si cucina, si devono preparare soltanto dei manicaretti. Poi ci si deve vestire a festa. E i regali devono essere tutti azzeccati e… costosi, mica si può fare la figura dei taccagni! Tutto ciò riuscendo però a far quadrare i conti con le proprie disponibilità finanziarie: un’impresa impossibile. Oltre alle aspettative su noi stessi, aumentano anche quelle verso gli altri, ogni screzio può essere allora sentito come più grave che in un altro periodo dell’anno, soprattutto se si presume che anche gli altri si sforzino di essere diversi.

Per la psicoterapia cognitiva gli individui hanno delle convinzioni irrazionali, alcune delle quali, dannose per la salute psicologica, sono riconducibili a tre ‘doverizzazioni di base’, rispettivamente quelle su se stessi (“io devo agire bene ed essere approvato da tutte le persone per me significative, altrimenti sono completamente un incapace e ciò è terribile”), sulle condizioni di vita (“le cose che mi succedono devono essere proprio come io pretendo che siano, altrimenti la vita è insopportabile”) e sugli altri (“gli altri devono trattarmi bene ed agire come io penso che debbano assolutamente agire, altrimenti meritano di pagarla“).

È nostra impressione che proprio nel periodo natalizio le doverizzazioni risultino vieppiù rafforzate (“le cose devono andare bene, almeno a Natale!”) e quindi facciano stare male chi non è stato ancora capace di smascherarne l’inconsistenza. In realtà ognuno di noi, anche comportandosi nel migliore dei modi, non piacerà a tutti, senza che questo gli debba per forza creare problemi. E possiamo sopportare benissimo tanto che ci succedano cose diverse da quelle che desidereremmo, quanto che gli altri ci possano deludere. Siamo molto più forti di quanto in genere pensiamo, solo che spesso non riusciamo ad accorgercene.

Non ci troviamo perciò d’accordo con chi postula l’esistenza di una ‘depressione natalizia’, ci possono essere piuttosto dei casi in cui si verifica uno stato depressivo che negli altri periodi dell’anno è più lieve, talvolta nemmeno percepibile (in termini tecnici ‘sottosoglia’). Le feste possono renderci piuttosto un po’ tristi, se proviamo nostalgia per quelle che abbiamo trascorso con qualcuno che non è più con noi. Ma la tristezza è una cosa sana, seppure dolorosa, e perciò va ben distinta dalla depressione: chi è triste non ha bassi livelli di autostima, contrariamente al soggetto depresso.

Nonostante tutto ciò di cui abbiamo parlato fino a qui, non ci possiamo nascondere che esistano comunque molte persone che durante il periodo del Natale sono davvero felici in un modo speciale, in particolare i bambini, soprattutto quelli che ancora credono in Babbo Natale. E poi, come ovvio, i credenti: un fervente cattolico che non si senta particolarmente gioioso per Natale, dovrebbe farsi qualche domanda!

Festeggiare in questo periodo dell’anno non è però soltanto un’usanza dei cristiani, ha invece un origine ben più antica dello stesso Cristianesimo gli storici ritengono che la festa della nascita di Gesù sia stata mutuata dalla festività romana del ‘Sol Invictus’, che a sua volta può essere posta in continuità con altre diffuse in zone geograficamente remote come l’India o L’Iran.

Da millenni esistono quindi feste e riti collegati al solstizio d’inverno, cosa tutt’altro che ingenua se si considera l’importanza della luce solare nella salute, anche psicologica, dell’essere umano (vedi il nostro articolo ‘Meteomania, meteoropatia e depressione stagionale‘, l’Opinione Pubblica, 5 novembre 2015).

In definitiva possiamo affermare, con buona pace dei laicisti, degli atei e degli appartenenti ad altre religioni, che l’idea che si possa essere lieti in questo periodo non è per nulla una convinzione irrazionale. E se qualcosa in questi giorni ci dà fastidio o ci fa stare male, consideriamolo come un segnale, un suggerimento del fatto che possiamo cambiare in meglio la nostra vita, per esempio mettendo in discussione qualche nostro pensiero disfunzionale: a Natale, quest’anno, cerchiamo di essere più intelligenti.