“Alfano sembrava lo scemo del villaggio. Invece era scemo tutto il villaggio”. Così, nella sua copertina per Dimartedì, Maurizio Crozza aveva riassunto il ruolo di Alfano nel caso unioni civili. Proprio giovedì sera poi, Alfano ha incassato un risultato importante per lui e per il NCD: Cirinnà approvata, ma zoppa. Quindi niente stepchild adoption e obbligo di fedeltà. Renzi si è piegato ad Angelino dunque, dimostrando quanto NCD ed Alfano contino per le sorti di Renzi. E pazienza dunque se il ministro dell’Interno continua a combinarne di grosse.
Alfano, si sa, non è nuovo ai pasticci. Si veda ad esempio il caso Shalabayeva. Sotto il governo dell’ancora non depoltronizzato Letta, il ministero dell’interno fa riportare attraverso alcuni dirigenti della Polizia la moglie e la figlia del dissidente kazako Ablyazov ad Astana. La procura di Perugia dice che si tratta di sequestro di persona. Alfano invece dice che non ne sa nulla, dimostrando quindi grande competenza ed interessamento agli affari di sua competenza. Angelino deve essere premiato e, dopo la caduta di Letta, Renzi lo riconferma. Chiamatelo scemo poi.
Vedi poi la gaffe sul caso della povera Yara Gambirasio. Alfano questa volta non vuole farsi trovare impreparato rispetto all’operato della Procura di Bergamo. Dopo l’arresto di Giuseppe Bossetti, il 16 giugno 2014, il ministro twitta “Individuato l’assassino di Yara Gambirasio”, trasformandosi così in reporter, trascurando la volontà della Procura di mantenere il riserbo. Tra l’altro, il processo sul caso Yara non è ancora finito e molti dubitano ancora della colpevolezza di Bossetti.
Oggi, per Alfano si presenta un’altra bega. Proprio il giorno dopo aver bloccato “la rivoluzione contro natura”, scoppia l’affaire Kore. Il ministro dell’interno è indagato per abuso d’ufficio assieme al suo viceministro Filippo Bubbico (PD), al segretario Ugo Malagnino, all’ex senatore PD Vladimiro Crisafulli e all’ex presidente dell’Università Kore di Enna, Cataldo Salerno. L’università Kore è un ateneo non statale a partecipazione pubblica. Nasce nel 2004 e nel 2005 viene riconosciuta dal MiUR. Il 18 dicembre 2015 viene commissariata per decreto della Procura di Enna. Il Commissariamento era partito dal prefetto di Enna Francesco Guida il 28 Ottobre 2015, in virtù dell’annuncio della fondazione che controlla l’università di modificare il proprio statuto.
Il commissariamento ha durata di sei mesi e l’intenzione era di riportare stabilità all’interno dell’ateneo siciliano dopo le accuse, poi ritirate dal Tribunale del riesame, di malversazione per un ammontare di un milione di euro provenienti dal comune di Enna. L’idea del commissariamento però non sembra fosse stata apprezzata da Vladimiro Crisafulli, uno dei capi PD di Enna.
Già ritenuto impresentabile dal collegio dei garanti del PD nel 2013, plurindagato e in rapporti nel 2001 con l’avv. Raffaele Bevilacqua processato per associazione mafiosa, Mirello – questo il soprannome di Crisafulli –ha molto a cuore l’università della Sicilia centrale e così si sarebbe mosso per bloccare le intenzioni del prefetto scomodo Francesco Guida. Nominato da nemmeno due anni alla prefettura di Enna, Guida viene allontanato per effetto delle decisioni del consiglio dei Ministri dello 23 dicembre 2015. La Prefettura di Enna però rimane scoperta perché il CdM non nomina nessuno e il posto di Guida rimane vacante. Cosa abbastanza strana la destituzione di Guida poiché esiste un termine minimo di almeno due anni per la destinazione dei prefetti ad altri incarichi. In questo quadro, Vladimiro Crisafulli avrebbe intrattenuto alcune telefonate col segretario del viceministro dell’interno Filippo Bubbico. Il fine ovviamente sarebbe stato quello di un’intercessione affinché Alfano interrompesse il lavoro di Francesco Guida prima delle feste natalizie. Cosa che non è avvenuta, per il fatto che lo stesso Guida aveva accelerato le pratiche per il commissariamento avvenuto comunque, nonostante il trasferimento dello stesso Guida, per effetto di un decreto della procura di Enna. Ora, Alfano si difende argomentando che la Fondazione Università di Enna è stata commissariata da almeno 20 giorni. Tuttavia, l’avviso di garanzia redatto dal procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale e dal sostituto Roberto avrebbe raggiunto Alfano tempo addietro.
Un affaire, quello che riguarda il ministro Angelino Alfano, che sicuramente non potrà vedere indifferente Renzi, dato che l’abuso d’ufficio si sarebbe consumato proprio durante il CdM del 23 dicembre 2015. Si vedranno i risultati dell’inchiesta e le reazioni politiche, ma Alfano non si mette in discussione. Tanto lo scemo, alla fine, è sempre il villaggio.