Il Sorpasso: Sarri-Mancini

Il sorpasso di Maurizio Sarri. Così si potrebbe intitolare il film della quattordicesima giornata di A. Con il primato del Napoli, primo in classifica dopo ben venticinque anni (erano i tempi di Maradona!) continua a emozionare un campionato mai così indeciso ed equilibrato. Napoli, Inter, Fiorentina, Roma, a ora anche Juventus: nonostante i momenti di forma opposti è probabile che queste cinque squadre si contenderanno lo scudetto. Anche in coda, se si eccettua per la disperata situazione del Verona, il campionato incomincia a vivacizzarsi grazie ai successi delle matricole terribili Carpi e Frosinone (povero Lotito!). Dicembre potrebbe rivelarsi molto probabilmente il mese decisivo che potrebbe favorire la fuga dell’attuale capolista. Dicembre e le prime giornate di gennaio, leggi alla voce primi veri freddi e panettoni ancora bloccati sullo stomaco, equivalgono alle tappe del Mortirolo o del Zoncolan al Giro d’Italia: se il Napoli riuscirà a passare indenne dagli attacchi delle inseguitrici in questo determinato lasso di tempo, da febbraio in poi avrà la strada in discesa.

TORINO – BOLOGNA 2-0: ho perso i conti di quante volte il Bologna ha giocato quest’anno di sabato alle sei…A Torino è comunque arrivata la prima sconfitta dell’era Donadoni. Il Toro invece si conferma squadra umorale centrando il secondo successo di fila, nonostante il calo di rendimento di Quagliarella è tornato a ruggire il Gallo Belotti che se guarisce dagli attacchi di panico cui a volte è soggetto in area di rigore può diventare un gran bell’attaccante.

MILAN – SAMPDORIA 4-0: se al sabato il Bologna gioca sempre alle 18, il Milan scende sempre in campo alle 20.45! Questa volta il posticipo porta bene ai rossoneri che disputano una delle migliori prove stagionali. Merito del cambio di modulo (4-4-2 canonico per Miha) oppure di un avversario inconsistente, sceso a San Siro per pascolare l’ultima erba verde di San Siro? Io prendo la seconda opzione perché la Samp vista alla Scala del Calcio è stata agghiacciandde, soprattutto a centrocampo dove tra il vertice alto e quello basso del rombo (modulo già cassato da Zenga, perché riproporlo?) c’erano venti chilometri di distanza. Io sinceramente non invidio il povero Montella perché la situazione della Doria non sembra delle più rosee finanziariamente parlando (c’è chi dice che dietro al cocainomane spiritato ci sia Volpi dello Spezia) e con i campi pesanti c’è ora il serio rischio che l’attacco (l’unico reparto buono della squadra) incominci a ingolfarsi.

CHIEVO – UDINESE 2-3: non avrei mai pensato che Chievo e Udinese, l’anno scorso le peggiori squadre del nostro campionato in quanto a gioco espresso, avessero potuto regalare una partita così emozionante. Se l’Udinese è rimasta la stessa squadraccia dell’anno scorso (non c’è più Di Natale ma c’è pur sempre Cirillo Terò), il Chievo è migliorato nel gioco d’assieme, anche se tende a perdere punti importanti per strada, non un bel segnale per una squadra che pur sempre deve salvarsi.

FROSINONE – VERONA 3-2: dopo l’ennesima debacle e il quattordicesimo turno consecutivo senza vittorie (record storico per il glorioso club scaligero) è venuta l’ora di fare ciao ciao a mister Mandorlini, al suo posto è stato ufficializzato da poco un grande ritorno, non quello sperato (almeno da chi scrive) del Mollo Malesani bensì di quello di Gigi Delneri (“Gigi non arrabbiarti, se vinco vado sotto la Curva!”). Sia chiaro, l’esonero è stato inevitabile, l’ex di Mascia del GF non è un genio della panchina, però questa volta a mio avviso l’allenatore non ha avuto grandissimi colpe. Certo, avrà sbagliato la preparazione estiva (altrimenti non si spiegano tutti questi infortuni!), però se la tua squadra non ha cervello e carattere, esemplare in tal senso Rafael il sosia di Thiago Motta che si fa espellere come un allocco, puoi farci davvero poco o nulla anche se sei un taumaturgo. In quanto al Frosinone, prosegue la sua scia vincente in casa negli scontri diretti. Nessuno mi toglie dalla testa che i ciociari siano la squadra più scarsa che personalmente abbia visto in Serie A (peggio anche del Modena di De Biasi o dell’Ascoli di Giampaolo), però il calcio è uno sport semplice: se confermi lo stesso allenatore, lo stesso gruppo vincente della promozione il cuore oltre l’ostacolo (e anche la tibia di qualche avversario!) lo butti sempre. C’è un altro segreto però del Frosinone: l’alto tasso di giocatori provenienti da Roma e dintorni (ben sei cui si aggiungono i campani Russo e Verde e i fratelli Ciofani, abruzzesi), una ricetta applicata di rado nel calcio ma che ha sempre dato i suoi frutti.

GENOA – CARPI 1-2: è la giornata delle gomitate, dopo il Verona anche il Genoa butta via una partita (anche se non un campionato come gli scaligeri!) per colpa della sciocchezza compiuta dal suo bomber Pavoletti che fa restare in dieci i suoi per tutta la partita, battendo anche di 14 minuti il suo emulo Rafael! In dieci per la bellezza di 84 minuti il Grifone ha dovuto alzare bandiera bianca contro la verve della matricola carpigiana. Se Castorone ha avuto il merito di rispolverare la vecchia guardia, questa volta deve ringraziare i vecchi bucanieri Zaccardo (campione del mondo 2006 ricordiamolo!) e Borriellone per aver potuto centrare la prima vittoria della sua carriera in Serie A, a 61 anni meglio tardi che mai!

ROMA – ATALANTA 0-2: dopo il cappottone di Barcellona, arriva un’altra cocente delusione per una Roma sull’orlo di una crisi di nervi. Passi per Messi, Neymar e Suarez, ma è bastata un’Atalanta scolastica e quadrata per fare del vecchio nonno Edy Reja (ex della Lazzie tra l’altro!) una specie di novello Alarico.  Ormai è chiaro come il sole (le parole di Maicon nel post Barça-Roma sono state eloquentissime!) che il Sergente Garcia non ha più in pugno la sua truppa. Credo che la società non esoneri il mangiarane semplicemente perché Sabatini e Pallottola hanno tra le mani il capro espiatorio per i loro (evidenti) fallimenti. Se la Roma vuole salvare la stagione deve cacciare su due piedi Garcia e prendere un allenatore capace di tenere l’ambiente per le palle. Spalletti mi garba, ma non lo vedo efficace come traghettatore, Lippi e Capello sono bollitissimi ma almeno saprebbero rimotivare il gruppo e far quadrare a difesa, inoltre non avrebbero pretese di contratti lunghi. Il mio nome resta quello di Mazzarri, anche se il suo profilo da provinciale toscanaccio si scontra con la volontà della dirigenza americana di creare un “brand” Barcellona style!

EMPOLI – LAZIO 1-0: se Atene piange Sparta non ride, anche la Lazio infatti ha imboccato il tunnel di una crisi nerissima (sei sconfitte su sette trasferte!). In terra di Toscana non si è nemmeno vista la peggiore Lazio, però è evidente che senza Felipe Anderson e Klose l’attacco sia completamente fuori giri. Non è un caso che, una volta entrati i due giocatori citati, i biancocelesti abbiano iniziato ad assediare la porta avversaria anche se, un po’ tra le parate del crestino e alcune controverse decisioni arbitrali ( a proposito non è che Lotito si sta defilando dai vertici del nostro calcio?), il pallone non è riuscito a varcare la linea bianca.

PALERMO – JUVENTUS 0-3: la Vecchia Signora ha ormai ingranato la quarta (vittoria consecutiva), dopo un primo tempo abbottonato, i bianconeri sono venuti fuori alla grande dimostrando che se gli avversari incominciano a concedere spazi le bocche da fuoco bianconere, che incominciano finalmente ad essere affiatate, possono fare molto male. Allegri comunque si sta pian pianino recuperando la sua Juve: il 3-5-2 è il modulo ideale per questa squadra come ripeto da mesi mentre anche la brillantezza atletica, frutto della solita preparazione a scoppio ritardato del bischero livornese, sembra ormai consolidata. A mio avviso i bianconeri sono ancora in piena corsa peril titolo, i funerali sono stati eseguiti con troppo anticipo!

SASSUOLO – FIORENTINA 1-1: gran bella partita tra due ottime squadre che fanno della pressione alta e delle veloci ripartenze il proprio marchio di fabbrica. Nella prima mezz’ora la Viola è stata pressoché irresistibile, anche se con il passare dei minuti la stanchezza della “battaglia di Basilea” si è fatta sentire e l’ottimo Sassuolo è riuscito con merito a centrare il pareggio. Se qualcuno ha notato, la partita si è giocata prevalentemente nella fascia centrale del campo con le due squadre che solo saltuariamente entravano in area di rigore, spesso lasciata sgombera, indice che entrambe le compagini hanno tentato di prendere l’iniziativa, è raro vedere in Serie A qualcosa del genere. Mi fa piacere per Bernardeschi, sosia di Topo Gigio ormai sempre tra i migliori in campo, che il lusitano sta reinventando come tornante.

NAPOLI – INTER 2-1: il big match è stato senza dubbio la partita con più spunti tecnici e tattici della giornata. Si sono affrontate due squadre che, pur nella loro opposta filosofia di gioco, hanno finito per specchiarsi soprattutto per merito dell’Inter, sono sicuro che a centravanti invertiti il match sarebbe stato vinto dalla Beneamata! Già, il Pipitone sta ripercorrendo le orme di Batistuta che, nell’anno dello scudetto della Roma (2000/01) disputò un girone d’andata a livelli siderali. I due gol, sono stati un autentico colpo di prestigio del bomber argentino: sul primo fa un movimento a manico d’ombrella che frega la sbadata coppia di centrali nerazzurri (per me mediocre), sul secondo riesce a resistere come un carrarmato al recupero di Miranda, non proprio un lillipuziano. Quanto a Sarri devo fargli più di qualche critica: la squadra gioca bene, spumeggia, tutto quello che volete, ma tende talvolta a sollevare polvere. Soprattutto, sul 2-0 devi addormentare la partita e melinare, non tentare sempre il gioco verticale! In terzo luogo mi preoccupa la condizione fisica del Ciuccio: negli ultimi venti minuti gli azzurri non si reggevano proprio in piedi e hanno rischiato di rimettere in carreggiata un avversario che nel primo tempo non è stato quasi pervenuto. Saranno stati i postumi della lunga trasferta a Bruges ma credo che centri anche il fatto che Savastano fa giocare sempre gli stessi (non sono un fan del cosiddetto turn-over ma ogni tanto serve!). Quarta e ultima osservazione: nell’ultima mezz’ora Sarri ha buttato dentro terzini e mediani manco fosse Trapattoni, mossa sempre pericolosa perché abbassi il baricentro della squadra, mossa pericolosissima se hai due chiodi come centrali difensivi (Albiol e Kulibalì-Kulibalà). Quanto all’Inter, se nel primo tempo non è stata quasi pervenuta, devo dire che il Mancio l’ha comunque preparata bene e, soprattutto, l’ha letta molto bene levando l’insopportabile Icardi per affidare tutto il suo attacco a una bella batteria di velocisti. Il buon Liddas diceva che in dieci si gioca meglio e nel secondo tempo i nerazzurri hanno dato una bella lezione di calcio ai propri avversari: difendendo la sconfitta mantieni i tuoi schemi e la tua geometria di squadra e, se hai gente ficcante e veloce in attacco, in attacco puoi far sempre male! Una lezione che Sarri dovrà prendere in considerazione per poter far fare il salto di qualità ai suoi ragazzi.