In questi giorni sta circolando un nuovo manifesto contro il governo eritreo, al cui interno si possono però ravvisare numerose incongruenze. Vi si condanna infatti fermamente il governo del FPLE presieduto da Isaias Afewerki, e vi si lanciano accuse a mio parere assai fuori luogo. Tale documento è stato pubblicato da varie parti, e non è pertanto difficile reperirlo su internet.

Sostanzialmente la petizione chiede, attraverso una serie di rivendicazioni di per sé anche democratiche, che il governo del FPLE si suicidi, si annienti e si smantelli. A vantaggio di chi?, domando io. Chi ha scritto questo manifesto dovrebbe infatti pensare che, a quindici anni dalla guerra con l’Etiopia, quest’ultima ancora continui ad occupare importanti parti del territorio eritreo, bombardando i dintorni. L’Eritrea vive nell’emergenza, ancora a 15 anni dalla firma del Trattato di Algeri, che non è mai stato rispettato da Addis Abeba. E se Addis Abeba non ha mai voluto rispettare questo trattato, il motivo è facilmente intuibile: perché è spalleggiata da Stati Uniti ed Unione Europea. Alcune di queste rivendicazioni, poi, sono state anche superate dal corso degli eventi, giacché ad esempio la leva a tempo indeterminato in Eritrea ormai non esiste nemmeno più, e già da molto tempo. Ma, al di là di queste considerazioni, è bene sottolineare come sia veramente irrealistico chiedere al governo del FPLE di suicidarsi, lasciando così l’Eritrea in balia dei suoi nemici. Crediamo davvero che gli eritrei ne trarrebbero qualche beneficio? Veramente la storia non c’ha ancora insegnato niente?

Si consideri che un altro principale obiettivo del manifesto è quello di scongiurare l’accordo da 300mila euro fra l’Eritrea e l’UE, a dimostrazione di una probabile volontà di compromettere lo sviluppo del paese africano. Cosa del resto già tentata in precedenza con le sanzioni votate dall’ONU negli anni scorsi, e così via. Fa tutto parte di una chiara strategia di boicottaggio economico che abbiamo già visto attuare anche verso altri paesi come Cuba, l’Iran, e così via.

Il manifesto è firmato da Vittorio Longhi, Don Mussie Zerai ed Anton Giulio Lana. Il primo è un giornalista, il secondo è un sacerdote eritreo ed il terzo è un avvocato impegnato nei diritti civili. Io personalmente rispetto il loro operato, indubbiamente benedetto dalla buona fede, anche se per esempio ho qualche dubbio su Don Mussie Zerai: l’amico Derres Araia, del Comitato Media, mi raccontò particolari non proprio commendevoli circa il suo passato. Non è mia intenzione mettermi in polemica con nessuno di loro, ma vorrei che costoro riflettessero sulla complessità del problema che ho descritto poc’anzi. Con queste rivendicazioni, contenute nel manifesto, si chiede all’Eritrea d’arrendersi di fatto in modo incondizionato ai suoi avversari strategici, il che potrebbe persino inaugurare la prospettiva di una perdita dell’indipendenza dolorosamente conquistata al principio degli Anni Novanta.

Non sarà che, forse forse, è proprio questo che al FPLE non si può e non si vuole perdonare? Il fatto, cioè, d’aver liberato l’Eritrea dall’Etiopia e d’averne fatto uno “Stato canaglia” che sceglie di svilupparsi senza indebitarsi con l’Occidente? E che per di più respinge il tentativo in extremis del 1998 – 2000 di killeraggio salvaguardando e riaffermando per l’ennesima volta la sua indipendenza? E che sta raggiungendo tutti gli Obiettivi del Millennio fissati dall’ONU, in totale autonomia e senza bisogno della carità pelosa del Fondo Monetario e della Banca Mondiale come fanno invece le altre nazioni africani, le cui condizioni sono infatti ben note?

Più passa il tempo e più questo sospetto diviene una certezza.

UN COMMENTO

  1. Ho letto attentamente l’articolo senza riuscire a farmi un’idea di chi e perché si voglia lo smantellamento della Repubblica Eritrea, della cui indipendenza io sono accanito sostenitore. Forse le forze citate si augurano soltanto che ad Afeworkì succeda un presidente liberale, che conceda maggiore libertà al suo popolo. Siamo sicuri che la leva obbligatoria non esista più? a me risulta che sia tuttora in vigore.

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