La 150 Sport è stata la moto più prodotta nella storia della Gilera, quella del Commendator Giuseppe Gilera, che aveva gli stabilimenti ad Arcore, nell’hinterland milanese. Curiosa, da questo punto di vista, anche la storia di Arcore, un tempo nota ai più proprio per la Gilera e oggi per essere la più storica fra le residenze di Silvio Berlusconi. Oggi Gilera fa rima con Piaggio, e viene vista dai più come una diramazione della Casa toscana: ma fino al 1969, quando il proprietario era ancora il Commendator Giuseppe, la Gilera era una Casa motociclistica dalle antiche e nobili tradizioni.

La Gilera era stata infatti fondata nel 1909 e risultava essere, quindi, una delle più antiche Case motociclistiche italiane. Gran parte della sua produzione, almeno fino al Secondo Dopoguerra, era stata incentrata sulle 500 (ma, a partire dagli Anni Venti, anche sulle 175 e derivate, di 200, 220 e 250 cc), quasi sempre a valvole laterali. Quest’ultima era una fissazione del severo e tradizionale Commendator Gilera: preferiva nettamente le valvole laterali a quelle in testa, uno schema arcaico, dei primi anni del Novecento, perché a suo giudizio erano più affidabili, oltre a vantare anche una maggior silenziosità.

Bisogna dire che il Siur Gilera non aveva tutti i torti: le sue 500 erano le moto a valvole laterali più potenti e veloci della categoria, al livello di molte 500 a valvole in testa della concorrenza. Ma, con la Seconda Guerra Mondiale, molte cose cambiarono, anche dal punto di vista tecnologico. Fu proprio nel duro cimento bellico che i motori a valvole laterali, inizialmente preferiti dai militari a causa della loro maggior robustezza, dimostrarono anche tutti i loro limiti, a cominciare dalla potenza e dal rendimento ben inferiore rispetto a quelli a valvole in testa. Questo perché le camere di scoppio dei motori a valvole laterali hanno una forma decisamente più disomogenea, che rende oltretutto anche più difficile l’accensione. Così, una volta ritornata la pace, delle valvole laterali non ne voleva proprio più sentir parlar nessuno.

Alla Gilera, in quegli anni, non s’era dormito: in attesa che finissero gli eventi bellici, infatti, s’era progettata ed elaborata una 125, che sarebbe poi entrata effettivamente in produzione, e che secondo i desiderata del Commendator Gilera aveva proprio la distribuzione a valvole laterali. Il “Gilerino”, come tutti lo chiamavano, fu frettolosamente convertito a valvole in testa quando ci si rese conto che la soluzione precedente l’avrebbe reso poco competitivo verso i prodotti della concorrenza, e quindi sgradito al mercato.

Con le valvole in testa invece questo progetto, frutto delle menti brillanti degli ingegneri Remor e Parolo, dimostrò d’avere molta validità. Era una delle poche moto a quattro tempi in un panorama quasi completamente dominato dalle due tempi, e tuttavia aveva prezzi molto più popolari. La Gilera aveva sempre preferito senza indugio alcuno il motore a quattro tempi rispetto a quello a due tempi. Perchè appaia una moto Gilera a due tempi bisognerà aspettare gli Anni Settanta, quando il Commendator Gilera venderà l’azienda alla Piaggio. A quel punto cadrà il “veto” del fondatore verso i motori a due tempi e per molti anni essi saranno proprio l’asse portante della produzione della Casa di Arcore.

Dalla 125 Turismo sarebbe ben presto nata l’omonima versione 150, da cui a sua volta sarebbe stata derivata la fortunatissima 150 Sport. Quest’ultima, a sua volta, a metà degli Anni Cinquanta figlierà la 175, cilindrata popolarissima in quegli anni. Ma tanto la 125 quanto la 175 si ritroveranno sempre in secondo piano, dinanzi al grande successo della 150, vera regina della produzione Gilera di quegli anni. Solo in Italia, infatti, di 150 Sport ne sarebbero state prodotte ben 96mila, a cui si dovranno poi aggiungere quelle montate dalla filiale della Gilera in Argentina. Per quegli anni sono numeri di tutto rispetto, che fanno della Gilera la principale Casa motociclistica italiana subito dopo la Moto Guzzi.

Ma come andava la 150 Sport? Con quasi nove cavalli, la velocità sfiorava i cento chilometri orari, magari anche qualcosa di più se il pilota assumeva una posizione un po’ più “aerodinamica”, ovvero aderente al serbatoio. Il consumo non superava mai i due litri di benzina ogni cento chilometri, e anche di lubrificante il motore della 150 Sport ne beveva davvero poco. Giuseppe Gilera, che per la sua 150 Sport aveva una grande predilezione, diceva: “Con un goccio d’olio fa il giro del mondo!”.

Alberto Perelli, famoso giornalista di Motociclismo prima e di Motociclismo d’Epoca poi, la usò per compiere un memorabile viaggio in Olanda, andata e ritorno: a suo giudizio la 150 Sport poteva percorrere tranquillamente almeno 20mila chilometri prima che servissero significativi interventi al motore. Se il proprietario fosse stato un po’ meno “smanettone” di quanto lo era stato lui, la percorrenza ovviamente avrebbe potuto allungarsi significativamente. Considerando la qualità dei materiali d’allora, in particolare cuscinetti e minuterie metalliche varie, si trattava decisamente di un ottimo risultato.

In quegli anni la 150 Sport avrebbe avuto grande successo anche nelle corse MSDS, ovvero per le moto derivate dalla serie, così come nella “regolarità”, come veniva a quel tempo chiamato il cross. La sua carriera si sarebbe conclusa al principio degli Anni Sessanta, con l’apparizione della nuova serie di motociclette Gilera note come “Giubileo”.

Pure la Giubileo sarebbe stato un altro importante astro nel firmamento Gilera, a cui sicuramente sarà opportuno dedicare un apposito articolo in futuro.