Secondo infrasettimanale dell'anno

Il secondo turno infrasettimanale delinea con maggior chiarezza l’attuale stato del nostro campionato: in cima Roma, Napoli, Fiorentina ed Inter con ogni probabilità lotteranno per i primi quattro posti, in mezzo abbiamo una marea di squadre che potrebbero fare qualche incursione piratesca sul primo vagone, sto parlando del sorprendente Sassuolo, del rinsavito Milan ma anche della, fino ad ora, deludentissima Juventus. In coda tre squadre sembrano avere più difficoltà delle altre: Carpi, Bologna e Verona, unica squadra che in dieci giornate non è riuscita ancora a portare a case i tre punti. Da registrare anche il secondo cambio su di una panchina: a Bologna salta Delio Rossi e arriva Donadoni. Nella prossima giornata, l’undicesima, saranno attese ulteriori conferme, specie dal match di cartello Inter-Roma, oltre che da altre interessanti partite come il derby di Torino o la sempre trasferta in casa del Genoa che attende il Napoli, da non dimenticare anche lo scontro salvezza Carpi-Verona, roba della serie “chi perde è in un mare di guai”.

BOLOGNA – INTER 0-1: uno schifo lungo novanta minuti, così può essere riassunto l’incontro del Dall’Ara. L’insolitamente nervoso Mancini continua a deliziare la platea con i suoi saggi di trasformismo tattico: a Bologna si è visto un 4-5-1 (4-2-3-1 per essere precisi) con un polentone come Brozović fare l’ala tattica, per giunta contro la peggior squadra della nostra Serie A che in attacco non riuscirebbe a segnare neanche con le mani! L’assenza di dinamismo, di movimenti senza palla anche elementari, obbliga sempre i nerazzurri ad aggrapparsi agli estri, sempre lunatici, degli slavi (ma con Jovetić è un’altra cosa!) o ai gollonzi di Icardi. A proposito, sul gol dell’Inter sbagliano in due: Gastaldello che sbaglia di fare il fuorigioco e Ferrari che rinvia a capocchia sull’avversario Insomma, due errori in uno che fanno brillar lo stellone di Robymancio Sciarpetta e che diventano tre all’ultimo secondo quando Destro centra con un missile Handanović: siamo sicuri che Bologna sia ancora “la città degli attaccanti”?

ATALANTA – LAZIO 2-1: l’illustre ex Edy Reja fa un bello sgambetto alla sua ex squadra che in trasferta si presenta sempre in versione Mr. Hyde. Credo che i nerazzurri bergamaschi saranno la variabile impazzita del campionato: la squadra è si migliorata rispetto all’anno scorso , soprattutto nella coppia di centrali e nel trio d’attacco tutti rigorosamente “sul-americanos”, ma in più sembra guadare in faccia senza timori reverenziali a tutti gli avversari. In quanto alla Lazio, la squadra sembrava avere in pugno la partita, la difesa è stata insolitamente attenta (l’autogollonzo è pura sfiga), eppure in trasferta la squadra non raccoglie la semina.

FRPSINONE – CARPI 2-1: nell’inedito derby antilotitiano, tra le due assolute matricole del nostro calcio, vince la squadra che ha operato con più raziocinio in sede estiva. I gialloblù ciociari hanno infatti mantenuto per buona parte l’ossatura e lo scheletro tattico della doppia promozione, con il risultato che la squadra, seppur mediocrissima per valore intrinseco, in campo sputa sempre la proverbiale animaccia buttando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Il Carpi, invece, ha deciso di rivoluzionare l’organico puntando su un piccolo manipolo di pretoriani del doppio salto, snaturato però dall’arrivo di stranieri dal dubbio valore, scarti della multinazionale Udinese ed ex campioni o presunti tali sul viale del tramonto (Zaccardo e Borriellone, un Lasagna o un Mbakogu sono assai peggiori dell’ex di Belen?). In situazioni del genere l’unione e l’affiatamento sono sempre destinai ad avere la meglio ed ecco perché si può spiegare il successo del Frosinone, che pure l’anno scorso in B era finito dieci punti sotto i carpigiani.

MILAN – CHIEVO 1-0: incredibile ma vero, il Milan ha vinto due partite di fila! Nel secondo tempo gli uomini dello Sputacchione sono sati quasi decenti, anche se grossi demeriti vanno a un Chievo ordinato sì ma troppo rinunciatario e timoroso. I rossoneri del serbo, comunque, non hanno uno straccio di schema offensivo se non ammassarsi alla rinfusa nell’area di rigore avversaria (e così facendo si tolgono importanti spazi da sfruttare), il gol nasce da una grande giocata di Bacca (magnifico attaccante) che è andato a cercarsi lo spazio e poi ha giocato di sponda verso l’accorrente compagno.

ROMA – UDINESE 3-1: rotondo successo contro una squadra, parlo dell’Udinese colantuoniana, scesa all’Olimpico per fare pic-nic. Per quanto riguarda la Roma, il Sergente può essere felice a metà: l’attacco ingrana che è una meraviglia mentre la difesa dà sempre l’impressione di essere perforabile (la difesa del primo anno, quello delle dieci vittorie consecutive, era un muro invalicabile), sabato contro una squadra (l’Inter) che fa dell’anticalcio il proprio marchio di fabbrica è vietato distrarsi, perché certi errori si pagano a caro prezzo.

SASSUOLO – JUVENTUS 1-0: la sorpresa della giornata, ma fino ad un certo punto. I piastrellisti emiliani sono una signora squadra, propositiva ma allo stesso tempo solida e quadrata che merita l’attuale posizione in classifica e che contro il Milan ha perso solo perché ha giocato in dieci per 2/3 di gara. Parliamoci chiaro: questa Juventus, con tre sbarbatelli a centrocampo e con un attacco zeppo di prime punte che amano ricevere il pallone sui piedi, più di questo non può offrire. In più mettiamoci che la squadra non ha un leader che sia uno capace di spronare la squadra (uno è Buffon, ma gioca in porta!) e capiremo come mai la Vecchia Signora è così declinante. A proposito, Pogba dopo il pietoso 10+5 si è disegnato due stelle sul suo cranio, strano che i tifosi juventini non gli abbiano intimato di mettere la terza.

TORINO – GENOA 3-3: tra due tecnici libidinosi come Gasperini e Ventura era lecito attendersi calcio spettacolo e così è stato, anche se il doppio batti-ribatti tra 90° e 95° è roba da ufficio inchieste. Il Toro ha ripreso l’atavico difetto dell’anno di Cerci/Immobile di appisolarsi sul più bello mentre il Genoa con Pavoletti ha trovato il giusto terminale offensivo.

VERONA – FIORENTINA 0-2: situazione drammatica in casa Hellas, tra mezza squadra fuori per infortuni (indice di preparazione sbagliata o di allenamenti poco intensi) e una situazione di classifica a dir poco difficoltosa (-5 dalla quart’ultima). In dieci giornate gli scaligeri non hanno mai vinto e, di fatto, non riescono nemmeno a tirare in porta. La Fiorentina, ha letteralmente fatto il minimo sindacale per passare al Bentegodi. Adesso il Verona ha tre partite da vincere a tutti i costi (Carpi, Bologna, Frosinone), se così non sarà, la situazione da drammatica è destinata a diventare tragica.

NAPOLI – PALERMO 2-0: “solo” 2-0 per la squadra di Sarri in una partita che sarebbe tranquillamente potuta finire con cinque sei gol di scarto. Va bene che il Palermo è poca roba, però francamente non vedo cosa possa fermare questo Napoli. Higuain è letteralmente assatanato (si vede che il gaucho ha impattato con Savastano), Mertens ed Insigne sono continui come non mai Hamŝik da prima donna si è trasformato in una sorta di gregario, un Gattuso al servizio della squadra. Jorginho con questo modulo si esalta e dà più variabilità di schemi alla squadra di Valdifiori, cocco di Sarri che gioca prevalentemente per vie verticali.

SAMPDORIA – EMPOLI 1-1: pareggio ineccepibile e tutto sommato giusto. L’Empoli effettua una delle migliori fasi difensive d’Italia e pian pianino incomincia anche a segnare (gran gol quello di Pucciarelli). La Samp ha dimostrato per l’ennesima volta che imbrigliato l’attacco come collettivo vale poco.