
Non abbiamo ancora finito di celebrare il primato del Napoli che è subito giunto l’ennesimo ribaltone che sconvolge tutte le certezze della giornata appena trascorsa: il Napoli infatti cade inopinatamente a Bologna e si fa superare da Inter e Fiorentina, entrambe vincenti; in sei giorni la truppa di Sarri è così scesa dal primo al terzo posto… Se la Juve ormai pare uscita definitivamente dal letargo vale la pena evidenziare l’ottimo campionato di provinciali come Sassuolo, Empoli e Atalanta mentre per alcune squadre come Roma, Lazio, Sampdoria, Palermo e il malato cronico Verona la crisi è nerissima e sembra quasi irreversibile. La prossima settimana si annuncia un turno scoppiettante con molti scontri diretti: Juventus-Fiorentina, Napoli-Roma ma anche Udinese-Inter sono partite che mettono in palio punti pesantissimi.
LAZIO – JUVENTUS 0-2: quinta vittoria consecutiva per la Vecchia Signora nell’inedito anticipo del venerdì, la squadra bianconera ormai ha acquisito certezze tattiche (il vecchio modulo di Conte) e una certa chimica di gruppo. Le due punte ormai si stanno ambientando alla perfezione e il lungagnone Mandzukić apre spazi che è un piacere per il folletto Dybala (“Ragazzino interessante, però non bisogna mettergli pressioni, deve giocare con gioia, serenità, spensieratezza” aveva detto profeticamente qualche anno fa un suo allenatore al Palermo, Alberto Malesani). La Lazio è invece allo sbando completo: squadra vuota, senza idee e soprattutto condizione atletica, in più dispone probabilmente della peggiore coppia di centrali del campionato, sarà difficile uscire dal tunnel anche con un altro tecnico sulla panchina.
TORINO – ROMA 1-1: tutto negli ultimi minuti, il Toro per una volta tanto inverte il copione che lo vuole sempre deluso e scornato nei minuti finali, c’è da dire comunque che la Roma non avrebbe meritato i tre punti, anche se il rigore è stato a dir poco generoso. L’impressione è comunque quella di un gruppo sull’orlo del collasso che non intende più lottare per il proprio tecnico. In quanto al prode Ruttigarsia, com’è chiamato nella Capitale, credo sia definitivamente al capolinea. Aveva iniziato bene la sua avventura italiana, giocando la carta vincente della difesa bassa e dei contropiedi orchestrati dalla regia di un Totti ancora presentabile. Quando dall’anno scorso il Sergente ha provato ad alzare la difesa e a giocare un calcio più d’iniziativa, venendo anche a meno l’astro del Pupone, di fatto è finito nella confusione più completa.
INTER – GENOA 1-0: ottavo 1-0 per l’Inter manciniana, anche se la vittoria, pur giunta con la classica palla inattiva tipico del calcio senza fantasia professato da Sciarpetta (che sembra quasi un contrappasso per com’era da calciatore), è stata più che giusta e legittima. Il Genoa, senza il suo imprescindibile bomber Pavoletti, fondamentale per il 3-4-3 di Gasperini, è stato letteralmente annichilito sul piano fisico. Si è anche intravista una certa fisionomia di squadra in quest’Inter: molto sudamericana e arcigna dà metà campo in giù e molto slava e fantasiosa dà metà campo in su, peccato solo che gli estrosi slavi abbiano solo mediocri stilisti dai piedi quadrati in mediana ad innescarli. C’è da dire che gli slavi sono particolarmente famosi per le loro lune, quindi non so quanto possano essere affidabili in un torneo così logorante come la A, per ora però la scelta di lasciare fuori Wandito Icardi per lasciare spazio agli uscocchi è stata vincente.
BOLOGNA – NAPOLI 3-2: se Gasperini non è riuscito a vendicarsi della propria ex squadra, missione compiuta invece per Donadoni, ex non proprio indimenticato dalle parti di Napoli. Che la banda Sarri fosse con le pile scariche era intuibile dal secondo tempo giocato contro l’Inter: senza condizione fisica i reparti tendono ad essere più lunghi e con quei due cosi in difesa che ha il Napoli non puoi mai dormire sonni tranquilli. Grande merito comunque a Donadoni che ha saputo individuare i punti deboli del Napoli, la forza di Donadoni è la sua semplicità: ha saputo aggiustare una squadra che sembrava allo sbando irrobustendo la difesa con tre centrali di ruolo e arretrando il raggio d’azione di Brienza (l’unico giocatore di classe in mezzo al campo) di qualche metro. Ora il Bologna è finalmente una squadra ben messa in campo che nel girone di ritorno potrà dire la sua.
FIORENTINA – UDINESE 3-0: non è stata la migliore Fiorentina della stagione, anche se la truppa del lusitano ha saputo comunque rifilare tre pappine all’Udinese non subendone nemmeno una. E questo basta per indicare la forza che ha questa squadra che, se il suo supponente quanto bravo tecnico non si monta la testa, può reggere fino in fondo. L’Udinese comunque non mi è dispiaciuta e avrebbe meritato almeno due segnature (il Di Natale di due/tre anni fa avrebbe comodamente buttato in gol quel pallone!), l’organico però è quel che è e Mastro Lindo, da qualche settimana in versione barbuta, non può fare miracoli.
FROSINONE – CHIEVO 0-2: Frosinone decisamente poco “culone” questa volta. I ciociari devono veramente mangiarsi le mani (e anche qualcos’altro!) per come hanno perso una partita che avrebbero meritato di vincere. Il fallo di Diakite, ricordiamo uno dei giocatori più esperti in rosa, poi è roba da comiche o meglio da ritiro del cartellino: l’avversario stava per andare fuori dal campo con la palla all’incrocio dell’area di rigore e il nostro prode ha pensato bene di stenderlo! Ma dove siamo cazo!?
ATALANTA – PALERMO 3-0: ennesima grande prova casalinga per la Dea anche se il Palermo, dopo averle buscate in Coppa Italia dall’Alessandria, ripeto dall’Alessandria, sembra una squadra completamente allo sbando (non è l’unica in questo momento a dir il vero), il sospetto che più di qualche giocatore giochi contro il neo-tecnico e magari pure contro il proprio presidente pazzoide è più che fondato.
VERONA – EMPOLI 0-1: se il Verona è riuscito a perdere anche una partita in cui ha dominato in lungo ed in largo significa proprio che Toni e compagnia devono prenotare un bel viaggio a Lourdes per Natale. L’arrivo di Gigi Abfsdddjkks Delneri sembra comunque aver dato più mordente e idee di gioco alla squadra che ha avuto l’unico demerito di essersi scontrata contro un Crestino Skorupski in vena di miracoli. Che dire, Gigi non ti arrabbiare l’importante è partecipare!
SAMPDORIA – SASSUOLO 1-3: la cura Montella sta funzionando alla grande non c’è che dire! L’avevo detto qualche settimana fa che affidare la panchina a Vincenzella sarebbe stato un azzardo che la Samp avrebbe potuto pagare caro, il Sassuolo infatti non si è nemmeno spremuto più di tanto per confezionare tre pere ai frastornati doriani, Sono convinto che i piastrellisti centreranno l’Europa mentre la Doria, se continuerà così, è destinata a soffrire fino alla fine. Poche idee e ben confuse a Genova su entrambe le sponde.
CARPI – MILAN 0-0: pareggio ad occhiali tutto sommato frizzante e ricco di occasioni sia da una parte che dall’altra anche se ciò che mi ha più colpito è la scarsa cifra tecnica scadente delle due contendenti, passi se da una parte c’è il Carpi al suo primo anno di A, ma non può passare se dall’altro lato c’è il “club più titolato al mondo”. Il Milan, nonostante abbia una potenziale bocca da fuoco in attacco, non è capace di servirgli un pallone che sia uno giocabile, Cerci poi è semplicemente irritante e l’unico vero giocatore di calcio (Bonaventura) viene schiaffato a fare il tornante per esigenza di copertura degli spazi! Da rimarcare comunque le parole rilasciate in settimana da una leggenda come Paolino Maldini, mai banale davanti ai microfoni: “Considero Galliani un grandissimo dirigente ma probabilmente è un po’carente nella zona calcistica: nel decidere e nel valutare i giocatori. Lì dovrebbe essere affiancato“ e poi: “Se vuoi tornare a essere grande ci vuole un percorso, ci vogliono delle idee. Ci vuole gente che sappia di calcio e in questo momento al Milan è quello che manca”.
