Gli eco-criminali hanno preso di mira il Vesuvio. Il gigante dormiente, meraviglia della natura e meta turistica tra le più note al mondo, continua a bruciare da due giorni.

Il fronte di fuoco si estende per circa due chilometri. Nella nottata, alcune abitazioni, tra i comuni di Torre del Greco ed Ercolano, sono state sgomberate precauzionalmente.

Solo questa mattina, dopo una notte di duro lavoro dei vigili del fuoco, i residenti hanno potuto far ritorno a casa. Quando la situazione sembrava essersi normalizzata, le fiamme sono divampate nella Valle delle Delizie ad Ottaviano, in via Vesuvio ad Ercolano già danneggiata da incendi nei giorni scorsi e nella zona a valle di Cappella Bianchini a Torre del Greco.

La densa coltre di fumo e l’odore acre sprigionatosi, hanno costretto migliaia di residenti tra Terzigno, Torre del Greco, Ercolano e Ottaviano a tapparsi in casa.

Anche nell’area di Boscotrecase le fiamme hanno provocato l’evacuazione di molte abitazioni. L’azione criminale sembra organizzata “militarmente”, con roghi appiccati in diversi punti per rendere più difficili le operazioni di spegnimento. Il fatto che non piova da settimane e il gran caldo di questi giorni, stanno rendendo drammatica la situazione. E chi è entrato in azione, lo ha tenuto ben presente per provocare danni e distruzione.

Decine di carabinieri forestali, vigili del fuoco, volontari della protezione civile e personale dell’antincendio boschivo della Sma Campania stanno operando, anche con l’ausilio di canadair, per avere la meglio sulle fiamme.

Nella zona di via Resina Nuova, parte alta di Torre del Greco, le fiamme hanno lambito le abitazioni. Due ristoranti e alcuni edifici sono stati evacuati a scopo precauzionale.

Oltre al canadair in azione da giorni, la Protezione civile ha attivato un secondo aereo e un elicottero.

La Protezione Civile fa sapere che: “Si sono uniti i due incendi che stanno interessando il Vesuvio, il primo sviluppatosi da Ercolano e quello partito da Ottaviano. Al momento le fiamme sono molto alte e il fronte di fuoco si estende su circa due chilometri di lunghezza”.

“La Protezione civile della Regione Campania, si legge nella nota diramata, sta coordinando le attività di spegnimento: oltre 60 le persone in azione tra dipendenti regionali, personale della Sma Campania e volontari. La situazione particolarmente complessa sta richiedendo il supporto di mezzi aerei: stanno operando un S64, un canadair e un elicottero regionale. La situazione sul territorio regionale è particolarmente critica: complessivamente sono 100 gli incendi che vedono impegnate quasi 600 persone”.

Duro il comunicato di Legambiente: “Sotto l’odore acre degli alberi incendiati, c’è la puzza insopportabile del malaffare,  dietro quelle fiamme ci sono mani spinte da interessi illegali. La dinamica è sempre la stessa: si appicca il fuoco in diversi punti del territorio, le fiamme divampano in contemporanea disorientando chi deve intervenire”.

Tra gli aspetti più inquietanti, vi è certamente quello della sistematicità. Ogni anno si ripetono le stesse scene e nonostante ciò si opera sempre in condizioni d’emergenza.

Gli incendi boschivi, oltre a distruggere habitat e paesaggi e ad accrescere il rischio idrogeologico e la desertificazione, devastano tante economie locali che hanno scommesso sul turismo ambientale e sulle eccellenze agroalimentari.

“In Italia, ricorda Legambiente, nel 2016 su 47.926 ettari di superfici andate in fumo ben 27.728ettari di territorio sono bruciati a causa di roghi dolosi: circa il 60%, non da meno le cifre per la Campania dove  lo scorso anno sono stati 759 gli incendi pari al  16,4% del totale nazionale, roghi che hanno mandato in fumo più di 4 mila ettari di aree verdi regionali”.

Gli incendi estivi si combattono con la manutenzione ordinaria, con la pulizia del sottobosco, il decespugliamento lungo le strade, la predisposizione e la cura di sentieri spartifuoco ed il ripristino delle murazioni dei vecchi sentieri.

Naturalmente, occorrono anche un maggiore controllo del territorio e pene certe e durissime per i piromani. A chi devasta il territorio va contestato quel reato che le istituzioni buoniste, nonostante le tante chiacchiere e i tanti convegni sul tema, fanno fatica a pronunciare: disastro ambientale.