
E’ una notizia che non può non scandalizzarci, quella secondo cui il canale panafricano Afrique Media TV sarebbe stato posto sotto attacco e costretto ad interrompere per un mese le proprie trasmissioni dal CNC, il Consiglio Nazionale per la Comunicazione. Anche se a Yaoundè i seguitissimi programmi di Afrique Media TV non potranno più andare in onda, a Douala, dove ha sede la televisione, il lavoro proseguirà come sempre, a beneficio dei tantissimi cittadini africani che fin dal suo primo apparire ne hanno apprezzato i significativi e coraggiosi servizi.
Non soltanto la CNC ha proibito ad Afrique Media TV di trasmettere per un mese i propri programmi, ma anche i giornalisti Bachir Ladan e Juliana Tadda, coi quali ho avuto il piacere di collaborare durante le dirette dall’Italia su Afrique Media TV, sono stati diffidati dal compiere il loro lavoro per un periodo di almeno sei mesi.
Il giornalista ed analista Luc Michel, a tal proposito, ha fatto notare come dal giugno del 2014 qualsiasi decisione della CNC sia di fatto priva di valenza giuridica, dal momento che il suo ultimo presidente, Joseph Befe Atéba, è morto allora e da quel momento non sia stato più effettivamente sostituito. Tutte le decisioni assunte dal presidente ad interim Peter Essoka sono quindi da ritenersi forzate e forzose e non rispecchiano quando stabilito dai decreti presidenziali emessi a partire dal 2012 proprio sulla riorganizzazione della CNC. Ne consegue, pertanto, che non soltanto la messa al bando di Afrique Media TV sia da ritenersi giuridicamente nulla, ma che persino i vertici della CNC operino abusivamente.
Queste sono almeno le parole di Luc Michel, che ad Afrique Media TV ha dedicato molto del suo tempo e della sua vita. Noi, lungi dal dipanare la matassa giuridica che riguarda il delicato status della CNC, ci limitiamo solo a dargli ragione, riconoscendo ragionevolezza nelle sue parole così come nelle lamentele dei tanti cittadini africani che non hanno gradito la messa all’indice di uno dei loro media preferiti.
Questa vicenda, in ogni caso, ci dimostra come in Camerun non esista una dittatura, dal momento che un organismo indipendente ha potuto assumere una decisione autonoma dal Presidente, persino contro il suo parere e le sue simpatie politiche, e certamente ciò potrà almeno contribuire a tappare la bocca ai tanti menagrami che sostengono che Paul Biya sia un tiranno al cui controllo nulla possa sfuggire. E’ un piccolo contentino, che però di questi tempi rappresenta già qualcosa di consistente.
Ad Afrique Media TV, ai suoi giornalisti ed al suo staff ci associamo rivolgendo tutta la nostra più calda e sincera solidarietà, certi che questo nuovo tentativo di boicottaggio fallirà come tutti quelli che sono stati perpetrati nel passato. Perchè la sincerità e la verità, nel mondo dell’informazione, sono un grande pregio che alla fine ci può soltanto dare ragione e consegnare il prezioso vessillo della vittoria.
