Il meeting in agenda a Ufa in Russia dall’8 al 10 Luglio potrebbe riservare una sorpresa clamorosa di cui si vocifera da qualche tempo. Nell’Agenda dell’incontro SCO-BRICS, a cui sono stati invitate anche una serie di altre nazioni (Turchia, Sri Lanka, Pakistan, Iran), vi è certamente sul tavolo l’adesione di India e Pakistan alla Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione. Ad aggiungere una certa ansia per le formazioni atlantiche vi è la trattativa 5+1 dell’Iran che comunque vada, potrebbe diventare lo stimolo finale necessario per un ingresso formale alla SCO di Teheran. Nell’immediato futuro resta dunque più probabile una storica adesione di India e Pakistan, di per sé, una mezza rivoluzione Copernicana in termini (geo)politici. Dal 1947 a oggi i due paesi sono stati protagonisti di tre confronti bellici di cui due interamente riguardanti il Kashmir. Va notato che un ingresso congiunto nell’organizzazione di Shanghai sarebbe il segnale definitivo di un riavvicinamento dei due paesi su un terreno comune che favorirebbe la cooperazione e lo sviluppo di tutta l’area interessata. Se a questa lieta notizia dovesse aggiungersi un Iran pienamente riabilitato sulla scena internazionale (molto dipenderà dall’esito della trattativa 5+1 di questi giorni) ecco che il blocco composto da Pakistan-Iran-India avrebbe a disposizione enormi capacità di integrazione nonché di progresso e ricchezza. In termini pratici tutto ciò favorirebbe, non poco, la Via della Seta 2.0 che la Repubblica Popolare Cinese sta implementando come principale strategia dei prossimi decenni. L’integrazione energetica e commerciale via mare e terra è uno dei punti cardine della dottrina di Pechino e di Mosca. L’avvicinamento progressivo del Pakistan alla sfera d’influenza Cinese è stato inesorabile e sigillato in grande stile, circa tre mesi fa, da una serie di accordi multi-settoriali dal valore di oltre 50 miliardi di dollari di investimenti Cinesi nel paese. Medesimi accordi strategici sono stati conclusi tra India e Russia per intensificare ancor più la già forte cooperazione tra le nazioni. Non può quindi essere casuale che proprio ora due paesi da sempre molto divisi e con un rapporto conflittuale stiano iniziando un disgelo assolutamente necessario. Gli attori chiave quale Pechino e Mosca hanno lavorato duramente negli anni per limare le differenze e le diversità di veduta strategica tra India e Pakistan. I risultati sono tangibili e qualora Nuova Delhi e Islamabad entrassero a pieno titolo nella SCO, sarebbero ancor più evidenti e innegabili. Una volta che saranno state superate le residue storiche diffidenze tra stati come Pakistan e India e Cina e India, sarà molto più agevole e rapido costruire insieme una strategia per integrare pienamente tutte queste nazioni da un punto di vista anche politico e militare oltre che commerciale ed energetico.

Alcuni indizi che lasciano intuire un nuovo approccio in quella zona conflittuale del pianeta, derivano dall’atteggiamento che Teheran, Nuova Delhi e Islamabad stanno adottando nei confronti dell’Afghanistan e del suo perenne problema inerente alla questione dell’estremismo Islamico. In tal senso, anche Cina e Russia hanno un interesse globale nel fermare l’avanzata islamista (stato Islamico ma non solo) nel Caucaso e nella regione dello Xinjiang. Il medesimo tema preoccupa e non poco anche Pakistan e Iran, sempre più intenzionati a risolvere una volta per tutte la questione dell’estremismo Islamico che spinge sui loro confini nazionali.

Una stretta cooperazione tra Cina, Russia, India, Pakistan e Iran sarebbe una svolta da molto attesa e la tomba definitiva della strategia atlantica di utilizzare il terrorismo come clava verso l’integrazione e la cooperazione. Ricordiamo, infatti, che la SCO è un’organizzazione che alla base ha stretti legami di tipo non solo economico, commerciale e politico ma anche e soprattutto militare.

Federico Pieraccini