
Pazza Inter amala! La sedicesima giornata di campionato, ormai nell’imperante quanto odiosa forma del spezzatino consacra il primato solitario dell’Inter che adesso sale a +4 su Fiorentina, sconfitta nel big match contro la Juventus, e Napoli, bloccato sullo 0-0 dalla Roma nell’altra partitissima della giornata. L’impressione, a poco più di dieci giorni da Natale è che Fiorentina e Napoli siano entrate in riserva come paventato da chi scrive e che l’Inter manciniana abbia la strada spianata verso la conquista dell’inutile quanto platonico titolo di Campione d’Inverno. Occhio comunque alla Juventus: la banda di Acciughino Allegri sta venendo fuori alla grande e con passi da gigante sta raggiungendo il treno delle capoliste. Come già scritto, tutto dipenderà dal comportamento delle citate squadre nel mese di gennaio: la Juventus di Conte, per fare un esempio (anno di grazia 2011/12) si salvò dal Generale Inverno con un’incredibile sequela di pareggi. Se Fiorentina e Napoli riusciranno a tenere botta nei mesi invernali, se la Juventus continuerà a mietere successi, si prospetta un rush finale entusiasmante. Personalmente al momento vedo come proiezione futura per il primo posto un bel Derby d’Italia, anche se Fiorentina e Napoli non molleranno il colpo facilmente.
Due parole sui sorteggi. All’Italia del Conte Parrucchino è andata abbastanza bene, dico abbastanza perché il sorteggio poteva essere più duro ma allo stesso tempo anche più abbordabile. Più che les Diables Rouges, assoluti favoriti del girone (ma è contro gli avversari tosti che l’Italietta sa esaltarsi) mi danno qualche piccola preoccupazione Svezia e Irlanda. Chiaro, una squadra tradizionalmente di velocisti come l’Italia dovrebbe trovarsi a suo agio contro squadre muscolari e fisiche, però solitamente nel gironcino iniziale l’Italia ha poca brillantezza in corpo, la lezione del 2004 spero che serva da monito. Per quanto riguarda il sorteggio di Champions invece è andata malissimo: Roma e Juventus hanno davvero pochissime possibilità di passare ai quarti perché Real e Bayern appaiono davvero due ostacoli insormontabili, con una piccola battuta, possiamo affermare che quest’anno la vecchia Signora ha pescato il Monaco sbagliato! Tutto sommato non è andata benissimo nemmeno alle tre italiane di Europa League, chiaro che spauracchi come Borussia Dortmund e United sono stati evitati, ma le nostre tre compagini hanno comunque pescato tre squadre di rango, toste da affrontare soprattutto in trasferta: la Fiorentina il Tottenham (corsi e ricorsi), la Lazio il Galatasaray e infine il Napoli il Villareal, qui le percentuali di passaggio sono sul 50-55% per le nostre squadre.
GENOA–BOLOGNA 0-1: sana lezione di pragmatismo di Donadoni al Genoa Gasperiniano. L’ex pupillo di Arrighe Sacchi ha sfoderato una Maginot di rocchiana memoria che ha letteralmente tarpato le ali al fragile attacco genoano che senza un ariete di peso fa una fatica boia a carburare. Dopo ottanta minuti di gioco a una sola porta, i felsinei hanno bussato un paio di volte alla porta degli avversari prima di piazzare il colpo del ko con una capocciata di Rossettini (ancora lui!). E’ proprio vero che il calcio è un gioco semplice: basta un portiere che para (Mirante del Bologna) e un centravanti che segna (cosa sconosciuta al Genoa che ha in rosa il solo Pavoletti come puntero) per vincere una partita.
PALERMO–FROSINONE 4-1: Nosferatu Ballardini deve aver toccato le corde giuste ai suoi giocatori perché si sono presentati in campo davvero con la bava alla bocca. Il povero Frosinone, probabilmente ancora scioccato dall’incredibile sconfitta patita contro il Chievo, in trasferta continua a non toccare letteralmente terra a parte il culoso pareggio di Torino i simpatici ciociari hanno sempre perso lontano da casa propria.
UDINESE – INTER 0-4: fila tutto bene all’Inter, questa volta sono stati i difensori dell’Udinese a spalancarsi come il Mar Rosso davanti al novello Mosè con ciuffetto e sciarpa d’ordinanza. Il DNA della Beneamata si sa è pazzo e umorale (in questo i nerazzurri somigliano molto alla Roma), l’ambiente nerazzurro per rendere al meglio ha sempre bisogno del grande condottiero taumaturgo pronto a spronare la propria truppa che si chiami Herrera, Trapattoni, Mancini o Mourinho. Sorvolando considerazioni puramente tecniche, da me già abbondantemente sviscerate, volevo sinceramente complimentarmi con il Mancio perché la sua gestione motivazionale ed umana della rosa fino a qui rasenta la perfezione: il gruppo, equamente diviso tra bizzosi sudamericani e lunatici slavi, sembra unito come non mai, inoltre lo stesso Mancini sta gestendo alla perfezione il rapporto con la stampa e i media, solitamente chiassosi in quel di Milano: profilo basso, dichiarazioni garbate variegate da qualche frecciata sentenziosa secca ma mai sboccata. Bravo Sciarpetta!
CHIEVO–ATALANTA 1-0: incontro equilibrato, destinato a finire in pari e rovinato da una cazzata gigantesca di Cherubin (unita però a una furbata del commediante Paloschi, poi respinto dal dischetto da Sportiello). L’Atalanta si conferma allergica alle trasferte: in casa i nerazzurri di nonno Edy hanno un rendimento da zona Europa.
EMPOLI–CARPI 3-1: Jean Paul meglio di Savastano! Nonostante le sanguinose cessioni di Hisay, Rugani Vecino e Valdifiori (oltre all’addio del grande Ciccio Tavano), con un tecnico fino a quest’estate perculato da mezza Italia e reduce da una sequenza infinita di esoneri, i toscani hanno sette punti in più in classifica. Questo per dire che non tutti i meriti erano del pur grande Cinghialone Sarri!
MILAN–VERONA 1-1: niente da fare, questo Milan non vuole proprio saperne di migliorare. I rossoneri mi ricordano vagamente l’Inter del primo Mazzarri (2013/14): squadra macchinosa, senza idee in attacco né personalità nel gestire le partite. Inutile dire che la causa di tutti i mali è l’assenza di un grande centrocampista di regia in mezzo al campo, purtroppo, anche per ragioni sfacciatamente societarie, il centrocampo è cucito addosso a Montolivo, il cui agente Branchini è uno degli amiconi, assieme a Tinti e Raiola dell’Antennista factotum. Un conto è cucire il centrocampo su Pirlo o su Seedorf, un conto su un abatino senza palle come Mosciolivo! Capitolo Verona, la mano di Delneri si vede eccome: in due partite i gialloblù hanno giocato meglio che negli ultimi tre anni con Mandorlini. Lo stesso Patriarca di Aquileia si è evoluto, abbandonando il suo classico 4-4-2 per un 4-5-1 più compatto e redditizio, bella sorpresa Wszołek, giocatore dalla pronuncia criptica rispolverato ad un illustre linguista/glottologo come Delneri.
NAPOLI–ROMA 0-0: nel primo big match della giornata le due squadre si sono semplicemente annullate a vicenda. Dopo le spacconate dell’ultimo anno e mezzo il Sergente Garcia ha mutato tattica e ha imbastito una prova spiccatamente attendista. L’aver spostato la linea difensiva sui 10-15 metri ha esaltato le qualità di due obici come Manolas e Rudiger che sono riusciti a vincere tutti i duelli con il temibile Pipitone. Renditi conto caro lettor che nel calcio basta far abbassare di qualche metro la posizione di una chiavica come Rudiger per trasformarla in una sorta Beckenbauer! La Roma ha fatto catenaccio e ha lasciato il bosniaco solo soletto tra i due centrali avversari, anche se c’è da dire che ancora una volta gli esterni giallorossi hanno provato troppo poche volte la soluzione del cross: su uno dei pochi traversoni De Rossi aveva segnato la rete del vantaggio, peccato solo che il pallone fosse uscito in precedenza! In quanto al Napoli, la squadra mi sembra un pelino già di corda a causa del poco turn-over praticato dal Cinghialone: se non segna Higuain sono cavoli anche perché Insy e Calle quando sono in giornata storta sono più irritanti di una canzone di Gigi d’Alessio. Poi un presunto asso come Marekiaro Hammesikke (in realtà uno dei giocatori più sopravvalutati dell’ultimi decennio) occasioni del genere le deve sbattere in gol.
JUVENTUS–FIORENTINA 3-1: e sono sei! La Juventus ha confermato a mio avviso di essere la squadra più forte del campionato, questo nonostante il fenomeno Pogba si stia rivelando sempre di più un pacco con i fiocchi, una sorta di addobbo scintillante da mettere sull’albero di Natale. La crapa rugosa di Allegri ha capito ci ha messo un po’ per capire che il 3-5-2 è il modulo idoneo per la squadra, anche se il livornese è stato molto saggio a rendere il rigido modulo che fu di Conte più elastico e variabile nelle soluzioni. Mocino Cuadrado funge ormai da tornante old style mentre quando si può dietro si scivola a quattro accentuando a seconda dei casi l’ampiezza delle diagonali difensive. A proposito di tornanti, Juve e Fiorentina, rivali fierissime, hanno a mio parere avuto il merito di riscoprire il ruolo del tornante, interpretato magistralmente nelle file viola dal giovane Bernardeschi. Quando sento dai nostri giornalai che il pur bravo Paulo Sousa si è inventato un modo di interpretare il ruolo di esterno a tutta fascia mi scompiscio dalle risate!
LAZIO–SAMPDORIA 1-1: primo punto conquistato per Vincenzella acchiappato proprio all’ultimo minuto. Entrambe le squadre hanno confermato comunque di essere in una crisi nerissima e di avere difetti di base similari: difese allegre e pasticcione, centrocampi adatti più a distruggere che a costruire, assenza pressoché totale di schemi offensivi.
